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Aprile, giorno della liberazione…quale modo migliore per onorare
simile ricorrenza, se non un overdose di libertà a zonzo per le vaste
distese glaciali del Cevedale? Malga Mare, circa 2000 metri di quota.
Parcheggi pieni…”dove sarà tutta questa gente? Il rifugio Larcher
è chiuso…” …boh, saran partiti prestissimo e staranno salendo
tutti al Cevedale…”. In realtà durante tutta la salita non
incontreremo anima viva, se non uno scialpinista, a q 3100 circa, che
scendeva.
Spalliamo
gli sci e ci avviamo per il sentiero estivo verso il rif. Larcher.
Subito il Monte Vioz
manifesta la sua imponenza. Dopo 40 minuti
abbiamo superato il salto della valle e l’innevamento ci consente di
calzare gli sci. Il paesaggio è piuttosto selvaggio
e una volta
addentrati l’ambiente diventa severo
, a dispetto di come me lo
immaginavo. Si comincia adesso a salire in modo deciso: un ripido
vallone di circa 600 metri di dislivello conduce alla Vedretta
della Mare, sovrastata dalle seraccate
. Con un ampio giro per
superarle, giungiamo ai piedi dello spallone sud
della nostra
montagna seguendo il quale, in breve, raggiungiamo la sommità. Numerosi
scialpinisti giungono da ogni direzione: dal Palon della Mare, in
traversata, salendo dal rif. Branca, dalla Val Martello per la
superclassica, dal Casati per la più breve. Sono stupito di non vedere
nessuno che sale lungo l’itinerario da noi scelto. Il panorama, seppur
velato da dense foschie, è comunque grandioso su tutte le vette
importanti del gruppo: il Gran Zebrù-Ortles
, il Pasquale , il
Tresero-San Matteo , e il Palon de la Mare-Vioz
. E’ ora
di scendere: saranno 1700 metri di pura libidine, la più bella sciata
di questa stagione generosissima sotto questo profilo. Una volta giunti
al termine del ripido vallone sopra citato, costeggiamo una curiosa morena
ed andiamo ad infilarci in una ripida
valanga che, con alterne vicende, ci consentirà di raggiungere il
fondovalle, a pochi minuti da Malga Mare.
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