25/04/03 Monte Cevedale

 

25 Aprile, giorno della liberazione…quale modo migliore per onorare simile ricorrenza, se non un overdose di libertà a zonzo per le vaste distese glaciali del Cevedale? Malga Mare, circa 2000 metri di quota. Parcheggi pieni…”dove sarà tutta questa gente? Il rifugio Larcher è chiuso…” …boh, saran partiti prestissimo e staranno salendo tutti al Cevedale…”. In realtà durante tutta la salita non incontreremo anima viva, se non uno scialpinista, a q 3100 circa, che scendeva.

Spalliamo gli sci e ci avviamo per il sentiero estivo verso il rif. Larcher. Subito il Monte Vioz  manifesta la sua imponenza. Dopo 40 minuti abbiamo superato il salto della valle e l’innevamento ci consente di calzare gli sci. Il paesaggio è piuttosto selvaggio  e una volta addentrati l’ambiente diventa severo , a dispetto di come me lo immaginavo. Si comincia adesso a salire in modo deciso: un ripido vallone di circa 600 metri di dislivello conduce alla Vedretta della Mare, sovrastata dalle seraccate . Con un ampio giro per superarle, giungiamo ai piedi dello spallone sud  della nostra montagna seguendo il quale, in breve, raggiungiamo la sommità. Numerosi scialpinisti giungono da ogni direzione: dal Palon della Mare, in traversata, salendo dal rif. Branca, dalla Val Martello per la superclassica, dal Casati per la più breve. Sono stupito di non vedere nessuno che sale lungo l’itinerario da noi scelto. Il panorama, seppur velato da dense foschie, è comunque grandioso su tutte le vette importanti del gruppo: il Gran Zebrù-Ortles , il Pasquale , il Tresero-San Matteo , e il Palon de la Mare-Vioz . E’ ora di scendere: saranno 1700 metri di pura libidine, la più bella sciata di questa stagione generosissima sotto questo profilo. Una volta giunti al termine del ripido vallone sopra citato, costeggiamo una curiosa
morena  ed andiamo ad infilarci in una ripida valanga che, con alterne vicende, ci consentirà di raggiungere il fondovalle, a pochi minuti da Malga Mare.

                                                                                                                   by Domenico
Partecipanti: Io e Fabio

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