05/04/03 Gran Paradiso

 

Ho sempre immaginato il Gran Paradiso come un mansueto gigante ammantato di bianco. Un 4000 da “riservare” all’età della “pensione scialpinistica”. L’idea però di poterlo salire partendo direttamente da casa, in una sola giornata, si era fatta strada nel mio superaffollato calendario delle gite di questa stagione, scalzando altre mete già da tempo ambite…e siccome al cuor non si comanda, si organizza alla spicciolata e… via!

La partenza, come di consueto, avviene moooolto presto: sappiamo che la salita da effettuare, dopo almeno tre ore di auto, sarà piuttosto lunghetta, da affrontare con pazienza e determinazione. Alle 07:30,prendiamo le mosse da  Pont Valsavaranche, in una giornata tersa e fresca. I -2° alla partenza sono un ottimo incoraggiamento. Non facciamo in tempo ad abbandonare la pista di fondo che già perdiamo i pezzi: il Paglia ci abbandona a causa di un risentimento al ginocchio. Io e Claudio ci infiliamo in un orrido dapprima abbastanza agevole con alcuni brevi tratti di arrampicata, che diventa poi ripido e ghiacciato costringendoci ad imbracciare la piccozza. Beh, come inizio non è molto esaltante, ma, avendo chiaramente intravisto la possibilità in alto di riallacciarci al sentiero principale, proseguiamo determinati. La salita prosegue tranquilla sempre con gli sci nello zaino
, transitando al cospetto della belle pareti nord del Ciarforon e della Becca di Monciair, fino al rif. Vittorio Emanuele, che raggiungiamo dopo 2 ore e 15. Non male, le “peripezie” iniziali non ci hanno fatto perdere moltissimo tempo! Adesso siamo “costretti” a calzare gli sci. La neve varia molto a seconda dell’esposizione: a tratti di ottimo firn seguono altri durissimi da rigelo e da vento. Mettiamo i rampan prima del tratto ripido che permette l’accesso al ghiacciaio. Superiamo una zona con neve bruttissima, ventata, ed arriviamo alla dorsale che precede la Schiena d’Asino, con bellissima vista sulla seraccata che sborda dal circo superiore. Superiamo qualche crepaccio aperto saltandolo di netto e giungiamo ai piedi del caratteristico e ripido scivolo glaciale. Vediamo “parcheggiati” alcuni sci. Perplessi, prendiamo a rimontare il pendio e subito capiamo il perché della scelta di abbandonare gli attrezzi: la neve è talmente dura e tirata dal vento che il rampante di Claudio non riesce a conficcarsi, facendogli perdere l’equilibrio e rotolare per 10/15 metri. Per fortuna la caduta non ha conseguenze. Dal canto mio, la “stazza” mi consente una progressione senza problemi (mai più i miei rampan potranno sostenere tale peso senza penetrare nella neve!!!). Ci fermiamo un attimo e prendiamo fiato (con la scusa di ammirare il Monviso), prima di riprendere la salita , senza problemi,  fino al bordo del crepaccio terminale sotto la cresta finale.   Lasciamo gli sci mentre l’ultimo gruppetto di scialpinisti si avvia per la discesa. Sono le 14:15. Ramponi e piccozza per l’ultimissimo tratto finale molto aereo. La vista spazia in tutte le direzioni: in direzione del Rosa  , del Bianco , e del "piccolo" Ciarforon . Non una nuvola. Uno spettacolo memorabile! La cosa più bella: siamo solo in due a godere di cotanto scenario mozzafiato. Con calma torniamo agli sci e prendiamo a scendere. Le gambe sono piuttosto affaticate, ma la qualità della neve (escluso un tratto mediano ventato) ci pemette una bella sciata. In vista del Vittorio Emanuele , imbocchiamo un ripido canalino discosto dalla via usuale di discesa molto divertente. Oltrepassato il rifugio infiliamo una serie di canali e pendii che ci consentono di scendere sciaipiedi fino a 2100 metri di quota, dopodiché, guadagnata la mulattiera, non ci resta che spallare gli sci, ammirare ancora una volta il Ciarforon alle ultime luci della giornata  e tuffarci nel bosco sottostante che, piuttosto rapidamente ci riporterà alla pista di fondo e alla macchina. In autostrada, sulla via del ritorno, brevi flash mi riportano sulle rocce sommitali del Gran Paradiso, da dove seduto, dopo oltre sette ore di salita, ammiro il mondo…il Paglia parla di “imprinting” ed io sono assolutamente d’accordo con lui!

                                                                                                                   by Domenico
Partecipanti: Io, Claudio e (dalla macchina) il Paglia

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