22/05/03 Presanella

 

Le ultime uscite hanno lasciato in me una sensazione di strapotere nei confronti dei miei modesti mezzi, così sul finire di questa strepitosa stagione scialpinistica, decido di puntare al rialzo e cominciare ad avvicinarmi al limite (o quantomeno stabilire un livello di potenzialità). La scelta è la Presanella, 2330 metri di salita, consapevole della lunga marcia di avvicinamento scinspalla. Alla partenza la giornata è fresca e tersa, anche se alcuni cirri denunciano un'imminente ingresso di aria più umida. Il sentiero si alza rapidamente in un bel bosco fino a sbucare su un primo altopiano dal quale è visibile l'imponente bastionata nord della Presanella-Cima di Vermiglio. Su terreno adesso più dolce e aperto raggiungiamo il rifugio Denza, chiuso, posto in magnifica posizione panoramica. Calziamo gli sci e navighiamo verso la base della bellissima parete nord della nostra montagna, standone ovviamente a debita distanza, per poi dirigerci in ostinato falsopiano alla volta della base dei moderati pendii che consucono al Passo Cercen. Intanto la giornata è cambiata, comincia a nevischiare e un inquietante grigio-scurissimo invade il cielo. La Sella Freshfield però è molto ben visibile, e ci incoraggia a raggiungerla. La visibilità cala di molto,comincia a nevicare in modo più serio, ma ormai la piramide sommitale della Presanella è a portata di mano. Scendiamo brevemente sulla Vedretta di Nardis e rimontiamo la cresta in direzione della vetta. Alla base delle roccette innevate abbandoniamo gli sci e ci attrezziamo di ramponi e piccozza per gli ultimi ripidi metri. Raggiunta la croce di vetta possiamo solo congratularci per la riuscita della gita, ma la visibilità è praticamente nulla, così, una volta scesi e guadagnati gli sci, non ci resta che scendere con gli stessi in spalla lungo la cresta per alcuni minuti. Una schiarita dona al Carè Alto un immagine dantesca. Risaliti alla sella Freshfield, constatiamo che la visibilità sul versante nord è abbastanza buona, tale da consentirci di vedere perfino il fondovalle e riconoscere i famigerati condomini-obrobrio del Passo del Tonale. La discesa sarà semplicemente da favola, su circa 40/50 cm di neve fresca su fondo duro fino alla fine del ghiacciaio. Più avanti lo strato di fresca si assottiglierà fino a sparire completamente nei ripidi pendii invasi da enormi valanghe che ci consentono di sciare fino a q.1930 metri. Proseguiamo a piedi dirigendoci verso il bivacco segnato sulle cartine, trovandovi al suo posto un rudere abbandonato. Da qui comunque l'ambiente è suggestivo e si può vedere la parte finale della discesa con l'enorme morena risalita senza sci e la successiva discesa sui resti di valanga. Non ci resta che avviarci verso il fondovalle. Scelgo io il sentiero (ovviamente sbagliato)  che si rivelerà un cammel trophy con continui sali-scendi tritando ontani rododendri e quant'altro ci capitasse d'avanti per quasi un ora, fino a quando, finalmente, ritroviamo la via di salita che facilmente ci ricondurrà, stanchi, alla macchina.

                                                                                                                   by Domenico
Partecipanti: Io, Claudio e Paglia

Back