07-08/06/03  Monte Rosa Tour

 

Oramai la neve si è rifugiata nelle più alte conche delle Alpi, cancellata da un avvilente inizio d'estate con temperature sahariane. Non resta che abbordare l'ultimo obbiettivo stagionale e riporre poi sci e scarponi fino al prossimo autunno. la meta è il bivacco Felice Giordano al Balmenhorn. Si tratta di una salita mooolto lunga, con partenza dai 1800 metri di Gressoney e arrivo (forse) ai 4160 e rotti della capanna, posta in vetta al Balmenhorn. Lo zaino è pesante fuori misura, in quanto contiene, oltre alla normale dotazione e vestiario da scialpinismo (siamo in canotta e costume), anche l'armamentario da bivacco. La salita con gli scinspalla fino a poco prima del Rifugio Mantova, sistema definitivamente le nostre martoriate articolazioni inferiori. Una volta in vista del Rifugio, dominato dalla massiccia mole della Punta Giordani, possiamo calzare gli sci e dirigerci di filata verso il ripido pendio che conduce al Rifugio Gnifetti. Transitiamo lontani e giungiamo alla Vedretta di Garstelet. Fa caldo (siamo ancora in canotta e pantaloncini a 3600 metri) e i ponti sui crepacci mi sembrano davvero molto poco affidabili. Ci leghiamo e proseguiamo in cordata. Raggiunto il ripido "corridoio" che supera il primo salto del ghiacciaio, di colpo avvertiamo una notevole attività elettrica e un boato risuona da dietro la Piramide Vincent. Come in un film inizia improvvisamente  a nevicare. Ci vestiamo in fretta (impiegandoci quindi il triplo del tempo necessario) e optiamo per la ritirata alla Gnifetti, dove troveremo ricovero fino alla fine del temporale. 6 stranieri che effettuano una lunga traversata occupano il locale invernale, per cui l'idea di passare eventualmente la notte a quota più "bassa" viene subito accantonata. Dopo un ora circa le acque si calmano e intravediamo sprazzi di azzurro sopra le grigie nuvole. Ripartiamo. Ritornati sul Garstelet il sole si alterna a fitte nevicate oppure le accompagna indifferente. Comunque il tempo volge al bello (speriamo). Eccoci arrivati ai piedi della rampa che conduce alla meta. Da qui il Balmenhorn ha una forma ben definita che contrasta con le linnee armoniche del ghiacciaio. Saliamo fino al Colle Vincent, superando così la sospirata quota 4000 ed effettuiamo un lungo traverso in direzione del Cristo delle Vette. Il superamento della crepaccia terminale ci procurerà non pochi problemi ma oramai ci siamo. Dopo una notte nevosa (ma noi non ci eravamo accorti di nulla) la mattina inizia nell'incertezza per poi voltare decisamente al bello. Possiamo approfittare del fresco mattino per salire uno dei vicini 4000 e deliziarci in una discesa in neve fresca. Subito fuori dalla porta lo stupendo profilo del Liskamm ci da il buongiorno. Decidiamo di dirigerci verso il Colle Zurbriggen per salire alla Ludwigshohe. Il duro lavoro imposto dal superamento del crepaccio terminale ci viene ampiamente ripagato dallo stupendo scenario della vetta: la Parrot con la Gnifetti, la Dufour con la Zumstein, il nostro Balmenhorn col Corno Nero, il Weisshorn dietro il Colle del Lys la cresta dei Liskamm con la Dent Blanche; un corollario di vette oltre i 4000 metri in un ambiente grandioso e tre sole piccolissime personcine ad ammirarle... 
Con la grandiosa sciata fino al rifugio Mantova la stagione  finisce; è stato un crescendo di itinerari sempre più belli e sciate sempre più di soddisfazione. Spero che un'annata come questa si possa ripetere ancora e magari spesso, anche se sono consapevole che ciò non sarà facile!

                                                                                                                   by Domenico
Partecipanti: Io Claudio e Paglia

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