Posizionati sulla foto per visualizzare la didascalia                         15/02/04 Grigna Settentrionale

 

Appena oltre i prati del Pialeral
I ripidi pendii del Grignone lungo la via invernale
Dalla vetta del Grignone panorama sul Monte Rosa
Dalla cima del Grignone classica veduta sulla Grignetta
Sul ripido si salta
Il versante est del Grignone con, evidenti, la salita e la discesa

Gi? la scorsa settimana il pensiero di questa salita e, ancor di pi? della relativa discesa programmata, aleggiava nella mia mente stagliandosi netta fuori da progetti ideati da una mente spongiforme  riguardanti una confusa miscela di pendii ripidi e neve trasformata, o tetri e ombrosi scenari e neve da interrogativi senza risposta...
L'avventura di sabato sulla ripidissima "pala" della Cima di Grom mi convince ulteriormente della scelta gi?fatta: ? il momento giusto per salirla via normale invernale e scendere l'adrenalinico sperone Est, diretto sotto il rifugio, considerato dai lecchesi di difficolt?estrema. Alla spicciolata mi arrivano sms e mail di "adesione" e alla fine un gruppo di 8 persone si ritrovano a salire la strada che collega Pasturo al Pialeral. Arrivati ad un divieto mi assale il dubbio di aver sbagliato strada... un "local" mi informa invece della "italianit?quot; del divieto, tale solo per chi non sa che non viene applicato. Continuiamo quindi a salire fino a quando, a q. 1070 troviamo lo spazio necessario per parcheggiare. Proseguiamo a piedi per 10 minuti e in men che non si dica gli sci si alloggiano sotto gli scarponi.  Subito riesco a rompere il gancio di una pelle, che sostituisco con del fil di ferro. Non sembra che la giornata sia iniziata propizia, tra perdite di tempo e varie. Proseguiamo doppiando il Pialeral e notiamo che una colonna di formiche in fila indiana si snoda sulla perpendicolare via invernale che, con pendenza sostenuta, consegna l'escursionista alla cresta del Grignone. La neve ?ottima, e ci permette di affrontare il pendio sciaipiedi, anche se alcuni di noi preferiscono calzare i ramponi. E' incredibile, sembra di essere su una grande classica estiva: centinaia di escursionisti ramponati che diffidenti e indispettiti ci guardano (noi e altri 3 scialpinisti) ogniqualvolta tagliamo il traccione coi nostri attrezzi. Giunti in cresta ricompattiamo il gruppo e spalliamo gli sci , per proseguire verso la vetta sulla cresta che, tristemente bonificata da un misero cordino continuo che funge da segnavia, ci trasporter? velocemente al Rifugio Brioschi. Salendo noto alcuni escursionisti che passeggiano tranquillamente sui tratti sporgenti delle talora notevoli cornici e mi chiedo se ?giusto... Cosa? Segnare con paletti metallici ogni 5 metri un itinerario (che dire evidente ? a dir poco un eufemismo) e, ancora peggio, collegarli con una corda affinch?anche in caso di cattive condizioni meteo la "folla" possa raggiungere il rifugio...boh, qualcuno critica gli spit sulle grandi vie, io non trovo un senso in quello che sto vedendo oggi. In vetta foto panoramiche di rito, spuntino,  scansione identificativa delle varie vette alpine e baccano a volont?alimentato dalla solita vena di Roby.  I tre scialpinisti che ci precedevano calzano gli sci e si lanciano nel canale alla sx del costone, dileguandosi velocemente. E' ora anche per noi. Prendiamo a scendere e la pendenza notevole viene "addomesticata" dalla neve fin troppo molle, quasi fastidiosa. Rapidamente cambiamo versante e le cose migliorano notevolmente. Sul fianco destro del costone infatti, la neve ?maggiormente trasformata e la sciata diviene molto molto piacevole. Acquisito il ritmo corretto ci sbizzarriamo nelle nostre variegate e "pittoresche" serpentine, dando ad ogni sosta l'occhio allo stupendo svolare di Sandro che con perfetto stile alza la qualit?media del gruppo. Essendoci gi?passato  in estiva, faccio da apripista per la corretta scelta della linea che bene avevo memorizzato. Senza intoppi, tra urla, scodinzoli (...da cani alcuni, altri ben fatti) e gioia tripudiante ci lanciamo nell'ultimo canale che precede il fondovalle adagiato ai piedi dei poderosi contrafforti rocciosi...ma, a met? ecco l'intoppo. Roby, scatenato, conclude la sua performance giornaliera e, dopo il rampone in salita, spacca a met?lo sci, in conseguenza ad un volo carpiato con atterraggio di testa. Per un attimo ci preoccupiamo, ma la testa di Rob ?pi?dura di qualsiasi calcare delle Grigne. La discesa da qui in avanti ovviamente, purtroppo per lui, ?compromessa, ma il pi??fatto e il meglio ?passato. Il resto ?il percorso di spostamento tra prati innevati e pietre spaccasolette che comunque non riescono minimamente ad intaccare la perla tirata fuori oggi dal cilindro. Inutile ostentare indifferenza quando i compagni si congratulano per la scelta della gita e, prendendo a calci la modestia, come diceva Napoleone: LE SO TUTTE!

L'affollatissima via invernale...
La facile cresta del Grignone
Decine di alpinisti sull'ultimo tratto della Piancaformia
Roby si tuffa sullo sperone
Lo stile valtellinese di Ricky sul ripido
CLIKKA PER VISUALIZZARE LA LINEA DI SALITA (DX) E DISCESA (SX)

         
                                                                                                          by Domenico

Partecipanti: Io, Ricky, Dario, Lorenzo, Roby, Marco, Sandro e Enzo

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