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Gi?
la scorsa settimana il pensiero di questa salita e, ancor di pi?
della relativa discesa programmata, aleggiava nella mia mente
stagliandosi netta fuori da progetti ideati da una mente
spongiforme riguardanti una confusa
miscela di pendii ripidi e neve trasformata, o tetri e ombrosi
scenari e neve da interrogativi senza risposta...
L'avventura di sabato sulla ripidissima "pala" della
Cima di Grom mi convince ulteriormente della scelta gi?fatta: ?
il momento giusto per salirla via normale invernale e scendere
l'adrenalinico sperone Est, diretto sotto il rifugio, considerato dai
lecchesi di difficolt?estrema. Alla spicciolata mi arrivano sms e mail di
"adesione" e alla fine un gruppo di 8 persone si
ritrovano a salire la strada che collega Pasturo al Pialeral.
Arrivati ad un divieto mi assale il dubbio di aver sbagliato
strada... un "local" mi informa invece della "italianit?quot;
del divieto, tale solo per chi non sa che non viene applicato.
Continuiamo quindi a salire fino a quando, a q. 1070 troviamo lo
spazio necessario per parcheggiare. Proseguiamo a piedi per 10
minuti e in men che non si dica gli sci si alloggiano sotto gli
scarponi. Subito riesco a rompere il gancio di una pelle,
che sostituisco con del fil di ferro. Non sembra che la giornata
sia iniziata propizia, tra perdite di tempo e varie. Proseguiamo
doppiando il Pialeral e notiamo che una colonna di formiche in
fila indiana si snoda sulla perpendicolare via invernale che, con
pendenza sostenuta, consegna l'escursionista alla cresta del
Grignone. La neve ?ottima, e ci permette di affrontare il pendio
sciaipiedi, anche se alcuni di noi preferiscono calzare i ramponi.
E' incredibile, sembra di essere su una grande classica estiva:
centinaia di escursionisti ramponati che diffidenti e indispettiti
ci guardano (noi e altri 3 scialpinisti) ogniqualvolta tagliamo il
traccione coi nostri attrezzi. Giunti in cresta ricompattiamo il
gruppo e spalliamo gli sci , per proseguire verso la
vetta sulla cresta che, tristemente bonificata da un misero
cordino continuo che funge da segnavia, ci trasporter?
velocemente al Rifugio Brioschi. Salendo noto alcuni escursionisti
che passeggiano tranquillamente sui tratti sporgenti delle talora
notevoli cornici e mi chiedo se ?giusto... Cosa? Segnare con
paletti metallici ogni 5 metri un itinerario (che dire evidente ?
a dir poco un eufemismo) e, ancora peggio,
collegarli con una corda affinch?anche in caso di cattive
condizioni meteo la "folla" possa raggiungere il
rifugio...boh, qualcuno critica gli spit sulle grandi vie, io non
trovo un senso in quello che sto vedendo oggi. In vetta foto
panoramiche di rito, spuntino, scansione identificativa
delle varie vette alpine e baccano a volont?alimentato dalla
solita vena di Roby. I tre scialpinisti che ci precedevano
calzano gli sci e si lanciano nel canale alla sx del costone,
dileguandosi velocemente. E' ora anche per noi. Prendiamo a
scendere e la pendenza notevole viene "addomesticata"
dalla neve fin troppo molle, quasi fastidiosa. Rapidamente cambiamo
versante e le cose migliorano notevolmente. Sul fianco destro del
costone infatti, la neve ?maggiormente trasformata e la sciata
diviene molto molto piacevole. Acquisito il ritmo corretto ci
sbizzarriamo nelle nostre variegate e "pittoresche"
serpentine, dando ad ogni sosta l'occhio allo stupendo svolare di
Sandro che con perfetto stile alza la qualit?media del gruppo.
Essendoci gi?passato in estiva, faccio da apripista per la
corretta scelta della linea che bene avevo memorizzato. Senza
intoppi, tra urla, scodinzoli (...da cani alcuni, altri ben fatti)
e gioia tripudiante ci lanciamo nell'ultimo canale che precede il
fondovalle adagiato ai piedi dei poderosi contrafforti
rocciosi...ma, a met? ecco l'intoppo. Roby, scatenato, conclude
la sua performance giornaliera e, dopo il rampone in salita,
spacca a met?lo sci, in conseguenza ad un volo carpiato con
atterraggio di testa. Per un attimo ci preoccupiamo, ma la testa
di Rob ?pi?dura di qualsiasi calcare delle Grigne. La discesa
da qui in avanti ovviamente, purtroppo per lui, ?compromessa, ma
il pi??fatto e il meglio ?passato. Il resto ?il percorso
di spostamento tra prati innevati e pietre spaccasolette che
comunque non riescono minimamente ad intaccare la perla tirata
fuori oggi dal cilindro. Inutile ostentare indifferenza quando i
compagni si congratulano per la scelta della gita e, prendendo a
calci la modestia, come diceva Napoleone: LE SO TUTTE!
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