Posizionati sulla foto per visualizzare la didascalia                                            28/03/04 Chateau Blanc

 

Si inizia a salire dolcemente
Gli stupendi pendii iniziali dell'itinerario alllo Chateau Blanc
Panorama verso la Becca di Tos
Percorrendo il ghiacciaio di Chateau Blanc
La Testa del Rutor vista dalla vetta dello Chateau BlancLa sella a nord della vetta dello Chateau Blanc, transitata dagli sciatori (anche quelli meno fortunati...)La montagna tritata

Di ritorno da una innevatissima e nevosissima Val di Scalve, sulla scrivania, davanti al mio pc, una decina di guide di due terzi delle alpi fanno sfoggio dei loro itinerari senza però convincermi definitivamente. Il mio itinerario ideale è presente in ognuna di loro, ma nessuna prevarica l'altra, una sorta di par condicio che, per la mia scelta, equivale ad una astensione. Una telefonata, è Rob..."...ti va di prendere in considerazione la Testa del Rutor?" al ballottaggio un solo voto risulta decisivo, la Val d'Aosta amministrerà i nostri sci, ma un ultimo determinante colloquio con la Fedora riuscirà a far cambiare rotta al nostro partito.

L'autostrada che porta ad Aosta è notoriamente monotona ma ricca di aspettative e progetti. Così mentre si va si discute col Rob (gli unici aventi diritto al voto siamo noi) della meta e della località di partenza. La testa del Rutor mette d'accordo entrambi, ma a me piacerebbe salire da Planaval per effettuare la relativa discesa senza problemi logistici ( il colloquio con la Fedora di cui sopra era rivolto a tal proposito). Troppe volte avevo agognato quel bellissimo pendio visibile dall'autostrada del fondovalle. Appena entrati in Valgrisenche mi accorgo che sono io a guidare il pullman e con un abile manovra svolto verso l'amena frazioncina mentre Rob avvisa via cellulare l'altra macchinata di partecipanti del cambio di programma in corsa. La giornata è splendida, si parte insieme ad un orda di 31 bergamaschi che, insieme a noi 7 ed altri (pochi) indigeni, invadono gli stupendi pendii che conducono al Ghiacciaio dello Chateau Blanc. L'omonima cima viene fissata come meta finale. Salendo ci rendiamo subito conto della qualità ottima della neve, trasformata perfettamente con una quantità crescente di polvere superficiale direttamente proporzionale alla quota. La giornata è molto calda, ma l'esposizione favorevole non trasforma minimamente il bianco elemento. L'effetto devastante si riversa invece sugli scialpinisti: la selezione è drastica e la velocità di salita dei superstiti notevolmente ridimensionata. Fabio cede poco prima di raggiungere il ghiacciaio, poco dopo i due Dario della compagnia si uniranno a lui. Rob, Lorenzo e Andrea mi precedono di alcune lunghezze...io soffro come mai mi era capitato in una escursione scialpinistica, praticamente alla canna del gas! Nonostante proceda lungamente ad occhi chiusi per racimolare qualche briciolo di energia, mi trovo spesso a dover uscire dalla traccia per evitare i vari pit-stop degli altri escursionisti che stanno peggio di me. Dopo quttro ore e quaranta minuti lunghi come una epidemia di peste mi ritrovo in vetta con i miei compagni di viaggio. Il panorama probabilmente è meraviglioso ma non riesco a vedere oltre gli scatti della mia digitale, fiducioso del fatto che, una volta a casa, riuscirò ad apprezzare maggiormente. Una meritata e prolungata pausa ristoratrice poi il momento della discesa, temutissimo. Infatti la fatica accumulata nella salita potrebbe compromettere la discesa e renderla un calvario. OP OP e via,  ogni timore evapora e si confonde  nel nebulizzarsi di curve e serpentine sulla neve dei sogni, le gambe riprendono miracolosamente vita sgattaiolando dal torpore che solo qualche minuto prima le attanagliava in una morsa forse più psicologica che muscolare. Solo chi era presente può testimoniare l'eccezionalità della discesa, oltre 1800 metri  assolutamente fantastici. Tutto come in una favola? Non proprio: frotte di sciatori trasportati al Colle del Rutor dall'elicottero "invadono" un terreno che non è di loro competenza e rovinano in parte la poesia che l'alta montagna di altri luoghi riserva solo a chi ha i mezzi (non economici) per conquistarla.

L'amena frazioncina di Planaval
La parte mediana dell'itinerario allo Chateau Blanc
Oltre il solco della valle, verso il Cervino
Ultimi metri sotto la vetta dello Chateau Blanc
Oltre la valgrisenche, la Grivola e l'Herbetet visti dalla vetta dello Chateau BlancDalla vetta visibile l'inizio dela lunga discesa dello chateau Blanc

                                                                                                                                            by Domenico

                                                                                                                  
Partecipanti: Io, Fabio, Rob, Lorenzo, Dario P e Dario C, Andrea

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