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Per
continuare il filone semialpinistico con gli sci, la scelta cade
su un progetto gi?da qualche anno in attesa di realizzazione. Al
nostro arrivo al Corno d'Aola Gianfranco strabuzza gli occhi
quando gli rendiamo noto il canale che andremo a salire per poi
esplodere nelle solite e sterili lamentele quando gli porgo la
seconda piccozza, indispensabile per la progressione su certe
pendenze...la bicicletta ?procurata: a lui adesso pedalare. Il
sentiero che in piano conduce alla Conca di Pozzuolo ?sgombro da
neve anche se le due colate che come di consueto lo tagliano sotto
le pendici del Corno dell'Aola procurano una certa apprensione.
Continuiamo su pietraie nella vasta e selvaggia conca puntando
verso le enormi slavine che precipitano dalla parete
settentrionale del Salimmo. Raggiunte le colate possiamo calzare
gli sci e; subito dopo la neve durissima ci costringe a rampanarci
fino al balcone inclinato posto sotto il roccione che marca
l'attacco della parete nord. Riponiamo gli sci nello zaino e,
calzati i ramponi, inforchiamo la piccozza e saliamo verso la base
della "Direttissima Faustinelli", un canale che solca in
perpendicolare la parete lungo 450 metri con una pendenza media di
51? A monte del roccione mettiamo mano al secondo attrezzo: da
qui la pendenza aumenta progressivamente fino ai 60?del tratto
terminale. Non ci sono tracce di salita, ma la neve risulta essere
di qualit?ottima per la progressione. Difatti Rob, ancora una
volta in testa al gruppo, traccia una perfetta gradinata a passi
corti profondi circa 10 cm, che consentono a noi che lo seguiamo
una salita affatto faticosa e, grazie alla perfetta presa dei due
attrezzi, assolutamente sicura. Il casco si dimostra elemento
utile quando, oltre la met?del canale, una scarica di sassi si
stacca dalla cresta sibilando ad un soffio da noi,fortunatamente,
senza colpirci. Rob continua nel suo lavoro di scalinatura mentre
io e Dario rammentiamo allegramente le difficolt?da noi
riscontrate in occasione della nostra prima salita su quella via,
con neve durissima che si lasciava "mordere" solo dalle
punte dei ramponi e dalla becca delle picche, con conseguente (e
doloroso) irrigidimento dei polpacci. Oggi ?tutta un'altra
musica e ci godiamo la salita scattando foto e discorrendo grazie
alla buona vena dell'amico Rob. L'ultimo tratto, orlato dalla
solita cornice, lo saliamo su neve meno compatta, che ci procura
qualche difficolt? Ormai siamo in cresta, tra 5 minuti saremo in
cima. Il tempo regge anche se, non lontani, minacciosi cumuli si
addensano sulle cime. Per ora ci godiamo il sole ai piedi della
grande croce di vetta. Osserviamo la via normale di discesa (OSA)
per la cresta nordovest, ma l'innevamento poco abbondante ci f?
optare per la scelta del pi?impegnativo ma ottimamente innevato
canalone detto " pala ghiacciata", circa 500 metri di
discesa di sci estremo "classico" con pendenza media di
47? Dario, cautamente, scende a piedi i primi 15 metri di
canalino stretto a circa 50?appollaiandosi su delle roccette per
poter calzare gli sci. Io Rob e Gianfranco desiderosi di riscossa
dopo la disfatta sciistica della Cima Brenta, calziamo gli sci
subito... Rob inizia la discesa scalettando, io lo seguo a ruota.
Dietro di me Gianfranco incappa in un fastidioso sgancio di uno
sci che lo costringer?a manovre strane per raggiungere a piedi
un posto adatto a riagganciarli. Rob ?costretto a fermarsi per
una fitta ai reni e io in una sorta di follia delirante penso sia
ora del primo "oop". Quasi incredulo mi ritrovo girato
e... in piedi: allora si pu?!! Vinta la tensione continuo nella
mia discesa della riscossa. La neve ?buona ma le lingue
"utili" sono larghe non pi?di 6/7 metri, delimitate da
rigoli profondi anche un metro! Anche gli altri iniziano la loro
entusiasmante discesa. Man mano che si scende si acquisisce
padronanza e confidenza e, anche se la pendenza rimane
sempre sostenuta si riesce a dare continuit?alle curve.
Ritornati all'attacco della Faustinelli attendiamo Gianfranco
leggermente attardato. La discesa da qui in avanti ?su pendii
uniformi, intorno ai 40?in campo aperto ; difatti, scegliendo le
zone migliori riusciamo in una divertentissima sciata fino alla
base della parete. Continuando su neve slavinata ma
provvidenzialmente livellata dal caldo raggiungiamo sciando la
Conca di Pozzuolo da dove, spallati gli sci, raggiungiamo la
macchina giusto in tempo per non essere innaffiati dal
preannunciato cambiamento del tempo.
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