





|
il
collezionista di 4000 non se la lascia scappare, una ghiottissima
sequela in cresta con scorci eccezionali e tratti adrenalinici.
Mai difficile senza scadere nel banale. Una traversata che non
pu?deludere le aspettative di nessuno, dalla ricerca
dell'estetica al panorama alle difficolt?alpinistiche. In un
primo tempo avevo parlato al Rob del Dom (de Mishabel),
successivamente non ?stato facile convincerlo ad effettuare
questa traversata che riteneva non molto propedeutica al programma
organizzato per Agosto...e invece anche lui, che di 4000 ne sa a
pacchi, ha avuto modo di divertirsi. Quando
partiamo nel silenzio della notte bresciana siamo tutti perplessi
riguardo le condizioni meteo. Piove, a tratti a dirotto. Certo non
sono le condizioni ideali per realizzare la traversata in
programma. La scaletta prevede la salita comoda e priva di
ogni etica al Plateau Rosa sfruttando le funivie che appestano la
zona, per poi traversare il Colle del Breithorn e fare tappa al
bivacco Rossi e Volante. Sistemazione e successiva salita del
Polluce. Rientro e cena. Dopocena sulla Roccia Nera per filmare il
tramonto. Tutto da rivedere, una volta sbarcati dall'astronave a
fune. Al plateau Rosa la visibilit??pari a zero, e pioviggina.
Sconsolati entriamo al Rifugio delle Guide del Cervino, dove un
nefasto gestore ci esorta a non affrontare alcun tipo di
escursione, anche in vista del simil-meteo dell'indomani. Eppure
carte e bollettini minuziosamente spulciati e rivisitati mi
rassicuravano sul miglioramento previsto per Domenica. Decidiamo
di far passare qualche ora salendo al Breithorn Occ. La salita
sotto la neve non ci conforta. Raggiunta la cima senza
soddisfazione alcuna ( pari alla visuale), ridiscendiamo ormai
pronti a riprendere l'astronave per il rientro al pianeta Terra.
Invece, come segno del destino, una provvidenziale quanto breve
schiarita ci fa intravedere la ben marcata traccia per il
Ghiacciaio di Verra. Dopo alcuni consulti decidiamo di
intraprendere la traversata, anche se la visibilit?non accenna a
migliorare. In effetti la ricerca del bivacco ?stata lunga e
faticosa, su e gi?per tutti i pendii che potessero sembrare
quelli adatti. Dopo ore di infruttuose indagini, decidiamo di
scendere verso il rifugio delle Guide della Val d'Ayas, che
raggiungiamo (grazie ad un rocambolesco incontro con dei francesi
prima e due italiani poi) sul fare della sera. Il tempo non sembra
migliorare ma durante la notte vengo svegliato da una luce
piuttosto fastidiosa. Non sono i tre gentilissimi belgi che alloggiano
con me ad aver acceso la luce, ?la luna piena che entra dalla
finestra!!! La mattina partiamo alla luce delle frontali e
raggiungiamo in meno di due ore la cima della Roccia Nera. Il
tempo ?stupendo, la visibilit?grandiosa, la temperatura fresca
ideale. Siamo divisi in due cordate, io e Dario e Rob e Andrea. Si
parte per la cavalcata! La cresta nevosa che porta al Gemello del
Breithorn Or.le ?comoda, un po' meno la discesa di una novantina
di metri sul versante opposto, ripida ed esposta quanto basta. Si
prosegue nuovamente in salita fino allo spartiacque sul facile
ghiacciaio che riporta ad alcune facili roccette. Con qualche
passaggio pi?faticoso si raggiunge la cima del Breithorn Or.le.
Proseguiamo scendendo lungo le "roccette sommitali"
citate dalla guida fino a trovare una sosta con anello per la
calata. Allestiamo la doppia nell'attesa della cordata del Rob
leggermente attardata. La calata in realt?permette di superare
un salto strapiombante e deposita ad un'altra sosta che permette
di calarsi pi?facilmente sul ghiacciaio. Si prosegue
quindi mezzacosta in discesa fino alla selletta quotata 4014
che segna l'inizio delle difficolt?tecniche della traversata,
ovvero la salita del Breithorn C.le. Vediamo che numerose cordate
stanno raggiungendo l'attacco della via salendo direttamente dalle
piste da sci. Certo un'altra forma di soddisfazione, rispetto a
noi 4 che, seguiti da tre stranieri (austriaci?) abbiamo percorso
quasi 2 chilometri di cresta per arrivare qui. In fretta,
cerchiamo di precederli nella scalata. Io e Dario vi riusciamo
mentre Rob e Andrea rimangono purtroppo leggermente indietro.
Questo "dettaglio" risulter?determinante in questioni
di tempo, facendogli purtroppo perdere oltre due ore rispetto a
noi. Cominciamo a salire per facili rocce e capiamo subito
l'eccezionale qualit?delle stesse, solide come ?rarissimo
trovare sui 4000 fuori dal massiccio del Bianco. Superiamo con
bellissima arrampicata il primo gendarme sul suo lato sinistro. La
roccia ?davvero esaltante, la sua scalata con i ramponi ci
sembra essere quasi pi?facilitata. Scendiamo sul versante
opposto e affrontiamo subito un secondo gendarme tramite una
placca di circa 35 metri incisa da una evidente fessura. Raggiunta
la sommit?ci si cala per terreno misto verso una selletta (per
raggiungere la sella bisogna superare un passaggio piuttosto
delicato che, se intuito risulta rapido, altrimenti pu?essere
laborioso) Una successiva cresta conduce all'ultimo pi?alto
gendarme che si risale pi?agevolmente per roccette e neve. Dalla
cima di quest'ultimo il panorama sulla cresta e i gendarmi
percorsi ?suggestiva, e il contorno di cime del massiccio del
Rosa crea uno sfondo mozzafiato. Non rimane che
percorrere l'ultimo tratto in cresta che conduce alla cima del
Breithorn C.le. Nonostante le guide non lo menzionino
neanche, il successivo filo di cresta a mo' di rasoio, ?da
percorrere con estrema cautela e uno strapiombino che si supera
sulla sx merita particolare attenzione. Una volta raggiunta la
vetta nevosa il paesaggio diviene improvvisamente pi?
"morbido", completamente innevato e affollato dai vari
escursionisti che salgono per la facile via normale. Scendiamo
lungo la bella dorsale a raggiungere il colletto che divide il
Breithorn c.le dall' omonimo Occ.le con il proposito di aspettare
il resto della ciurma che non vediamo ormai dai passaggi sui
gendarmi. Qui, colti da febbre di integralit? decidiamo di
risalire nuovamente al Breithorn Occ.le gi?salito il giorno
prima (oltre anche ad altre occasioni), adducendoci l'un l'altro
improbabili motivazioni quali il non averlo mai salito da questo
versante e il mancato classico congratularsi in cima (!) del
giorno prima. In meno di niente percorriamo l'elegante filo di
cresta e in meno di 20 minuti siamo nuovamente spaparanzati al
colletto. Siamo ormai intorno al mezzod? il resto della giornata
lo passeremo pi?tranquillamente tra il ritorno alla funivia, la
successiva ridiscesa a Cervinia ed il viaggio di rientro in
macchina... si ho detto tranquillamente di proposito, perch?
nonostante il racconto sia stato lungo, la traversata integrale
dalla Roccia Nera all'ultimo e pi?alto dei Breithorn lo ?molto
di pi?
|






|