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..le
ferie sono terminate, le mie vacanze devono ancora iniziare...come
ultimo obbiettivo della stagione propongo al Rob la salita del
Dente, con accoppiata il giorno seguente al Dom de Rochefort, 4000
mancante nel suo carnet (oltre, naturalmente, che nel mio). Invito
per l'occasione anche Iwan e Fedora e il Franz, che saranno della
partita ma, per un susseguirsi di eventi, loro effettueranno la
salita, come previsto, il sabato, io e Rob il giorno seguente... Arrivati
a Courmayer nel grigiore di un cielo che non promette nulla di
buono, attendiamo fiduciosi la partenza della prima funivia per il
Rifugio Torino. La giornata in quota dovrebbe essere buona, e il
Dente del Gigante ?li che ci aspetta. Come da previsioni, oltre
i 2500 metri si esce dalla densa coltre di nubi e il cielo si
presenta terso come non mai! L'adrenalina comincia a farsi strada
(lentamente) salendo le vertiginose scale che conducono al
rifugio. Sono le 09:05 quando mettiamo piede sul ghiacciaio che,
comodamente, ci porter?fino alla base dello zoccolo sfasciato
che sostiene il monolito. La salita lungo questo pendio di
sfasciumi ?un po' laborioso, ma verso le 11 intravediamo la
famosa "gengiva". Dopo aver calzato le scarpette ed
esserci legati in cordata attacchiamo il Dente per la variante
chiodata alla via normale, con arrampicata divertente di III e IV
grado: ?mezzogiorno. Il secondo tiro lo conduce Rob,
recuperandomi ai piedi delle Placche Burgener. Da li, sotto sua
spronante spinta, risalgo la bellissima fessura posta in centro
alle stesse per recuperarlo infine alla base della sezione pi?
ripida, sostando su un vecchio fittone per l'arrampicata in
artificiale. Un bel tirazzo di V+, sprotetto, utilizzando
dadi e friend. Rob parte per il IV tiro, il pi?impegnativo con
un passo di VI- che permette di riguadagnare il traverso della
normale e roccia piuttosto unta nella parte alta ove terminano i
canaponi della normale poco prima della prima punta del dente. Da qui ?
possibile calarsi in corda doppia lungo la parete sud-sudovest del
Dente. Due cordate di piemontesi decidono per la discesa, una
effettuando le doppie l'altra calandosi lungo la via di salita.
Sono tentato di seguirli, sono le 13:30 e alcuni cumuli
torreggianti mi intimoriscono. Oltretutto alcune cordate di
alpinisti che incrociamo mentre scendono ci stanno facendo perdere
un mucchio di tempo. Rob non ?affatto d'accordo e, sebbene lui
sia gi?stato sul Dente, mi incita a raggiungere a mia volta la
vera cima, onde poter annoverarlo ed archiviarlo anch'io. La
decisione si rivela saggia, anche perch?la sommit?dista
pochissimi metri e la madonnina di vetta merita una visita.
Rimaniamo cosi da soli nell'ultimo tratto, a parte due ragazzi
inglesi che sostano sulla cresta che precede la vetta.
Riprendo quindi il comando per l'ultimo tiro che, senza
particolari problemi (escluso un passo molto delicato in discesa)
conduce alla vetta. Sono le 14:30 quando finalmente siamo in
vetta. E' la prima volta che arrampico sullo splendido granito del
Bianco, oltre ad essere la prima volta che faccio un 4000 con le
"scarpette". Sono molto soddisfatto. Riserviamo i
complimenti a quando saremo al Colle del Gigante e scendiamo con
attenzione alcuni metri di roccette per guadagnare la sosta di una
via moderna che, durissima, risale la parete sud del Dente. Con
due calate da 60 metri (nel vuoto, adrenaliniche) e una da 15,
riguadagniamo la Gengiva, proprio mentre i tre piemontesi sbucano
alla base della normale. Sono ormai passate le 16 quando, assieme
ed allegramente percorriamo la via di ritorno. La giornata ?
ritornata splendida ed escluso un emozionante salto acrobatico del
terminale alla base dello zoccolo roccioso, senza difficolt?
raggiungiamo per le 18 il rifugio Torino, dove trascorreremo una
piacevolissima serata in compagnia dei simpatici nuovi amici
condita da una cena coi fiocchi degna di un ristorante! Dopodich?
a nanna: domani mattina la Cresta di Rochefort far?amicizia con i nostri
ramponi...
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