Posizionati sulla foto per visualizzare la didascalia                                         02/04/05 Becca di Luseney

 

Forme ardite...
 






...salendo.
 






Sul ghiacciaio
 






La nostra variante di salita...
 






Grandioso panorama sul Cervino e la Dent d'Hérens
 






La discesa della ripida pala




 

Quando si ha la fortuna di conoscere molte persone che condividono la tua passione e i tuoi interessi, non si corre quasi mai il "rischio" di non saper cosa fare... cosi anche se le idee si accavallano e la decisione non spicca il volo, non si ha altro da fare che contattare qualcuno. In questo caso la solita Fedora ha dato l'input necessario. 

Sembrava che ormai nessuno avesse voglia di muoversi per questo sabato. Eppure le previsioni sono ottimistiche. Io sono già d'accordo con Fedora per un gitone in Vallee, anche se i miei soci tardano a farsi sentire. Entro la serata di venerdi, alla fine, una "macchinata" di baldi scialpinisti si da appuntamento per la partenza. La meta è la Valpelline, con tappa ad un'autogrill per  recuperare Fedora e Ivan che ci aspettano. Dopo alcune peripezie di tipo meccanico, raggiungiamo la frazione di La Ferrera dalla quale si diparte il nostro itinerario. Scinspalla ci incamminiamo per il comodo sentiero che, lungamente, dopo circa 500 metri di salita, ci conduce ai campi innevati al cospetto della nostra poderosa montagna. La salita con gli sci inizia abbastanza "soft" (non prima di una discreta ravanata nel bosco) su pendii di modesta pendenza, molto ampi. Ben presto però le ben note difficoltà della salita, ci si pongono davanti, sotto forma di ripidi canali parzialmente lavorati dalle scariche e neve ghiacciata. Rimontiamo faticosamente un primo canale che conduce ad un piano inclinato a rischio slavine e ad un altro canale con neve parzialmente crostosa. All'uscita di quest'ultimo, a circa 2900 m, la quantità di neve fresca al suolo comincia ad essere palpabile. Una spanna che presagisce una sciata strepitosa, grazie anche alla quasi assoluta mancanza di tracce sui pendii. Infatti un solo scialpinista ci ha preceduti, probabilmente il giorno prima. D'avanti a noi adesso il comodo e candido ghiacciaio si alza in lieve pendenza  fino a circa 3200 m, dove inizia la ripidissima "pala" che adduce al canalino finale che porta alla vetta. Il vento ha parzialmente cancellato la traccia e Fedora provvede a ridisegnarla. La neve fresca comincia ad avere spessori importanti, fino ad arrivare ai 40cm nella parte alta, e rendendo faticosa la progressione. Pochi metri prima della fine del canale Fedora devia a sx portandosi sul ripido versante occidentale della montagna. Da qui è però impossibile continuare con gli sci, cosi dopo un consulto decidiamo di spallarli e rimontare l'erto ed infido pendio che conduce alla vetta. Dalla stretta sommità si gode di un bellissimo panorama sui colossi del Rosa e del Vallese, su tutti il Cervino, la Dent Blanche e la Dent D'Heréns. Non indugiamo a lungo a causa di freddi aliti che ci rammentano, tra le altre cose, l'ora tarda e il lungo tragitto ancora da compiere per rientrare alla macchina e a casa. Mentre scendiamo a piedi verso gli ski depositati 20 metri più in basso, Rob sbuca fuori dalla traccia di salita, dopo essersi attardato con la Saby. Fedora lo aspetta in vetta mentre io Aurelio e Gianfranco raggiungiamo il punto dove poter mettere gli sci ai piedi, dopo un breve passaggio roccioso. Comincia la discesa; rompo gli indugi e prendo a scendere sul pendio inizialmente molto ripido (sui 40° circa) con 40/50 cm di neve farinosa. Man mano che ci si abbassa la pendenza diminuisce e la quantità della neve fresca diventa indirettamente proporzionale alla sua qualità: verso i 3300 circa 30 cm di polvere fantastica, poi una spanna leggerissima su fondo trasformato per tutto il ghiacciaio. Una discesa da sogno, ricamando a piacere i candidi pendii. Vinto il tratto più ostico con neve leggermente crostosa tra i 2900 m e i 2700 m, la discesa riprende veloce su firn perfetto fino a raggiungere il tratto di bosco da ravanare in salita, a scaletta, per guadagnare il sentiero che scinspalla ci ricondurrà, dopo quasi 9 ore al deserto piccolo parcheggio della frazione di Pouillaye. E' incredibile come per tutto il giorno non si sia vista l'ombra di un escursionista in un luogo così bello e in queste splendide condizioni. Certo, a noi non dispiace, anzi: il superassortito gruppo (2 bergamini, gavardino, bresciana, ospitalettino, bedizzolese e reggino) saranno lieti di ritrovarsi ad arare per primi!

Il sistema di canali che conducono al ghiacciaio
 






Il ghiacciaio
 






La ripida pala finale
 






Ultimi metri alla vetta
 






Per calzare gli ski dobbiamo superare un passaggino roccioso
 






Provvediamo a "spolverare" ben bene...

                                                                                                                                              by Domenico

                                                                                                                  
Partecipanti: Rob, Saby, Ivan, Fedora, Gianfranco, Aurelio, Dome

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