Nike Magista II TFMBT Kisumu 2Timberland 6 Inch Boots ShoesNike ELASTICO Finale III Street TFNike Roshe Run BRNike HypervenomX Proximo TFAdidas Originals ZX 9000Adidas Originals NMD R1Air Jordan Horizon WomenAdidas Ace 16 FGAdidas Ace 16 PurecontrolMBT Fora Gtx DamenNike Air Max 95Air Jordan Flight 89Adidas Originals ZX 8000Adidas Messi 16 AGAdidas Originals NMD C1 ChaussuresNike HypervenomX ICAdidas Yeezy Boost 350 WomenAir Jordan 3.5 HommeNike Air Max 90 HommeAdidas Climacool Fresh BounceTimberland Classic Oxford HerrenNike Elastico Pro III ICAir Jordan 4Air Jordan Westbrook HerrenNike Free Flyknit NSWNike Air Force 1 Homme's ChaussuresMBT Flame ChaussuresNike Roshe Two Flyknit ShoesMBT Kimondo Men

Posizionati sulla foto per visualizzare la didascalia                                                                                              30-04 e 01-05/05    Polluce

 

Si parte !!!!


Una imponente morena


Durante la salita... il Castore


La salita della ripida parete ovest del Polluce


Panorama sul Weisshorn


Panorama sui Lyskamm


La discesa....


La discesa...
 

Transitando sotto un suggestivo seracco

E cos? dopo il puntuale e previsto peggioramento del tempo in corrispondenza del ponte del 25 aprile, mi ritrovo alla vigilia di un week end splendido dal punto di vista meteorologico, con in programma la salita di un bel 4000 sciistico del Rosa in condizioni fisiche oscene. Febbricitante nella mattinata di venerd? medito su un eventuale forfait alla gita organizzata. Tuttavia, dopo le ripetute chiamate al telefono da parte dei compagni di merende, decido di farmi forza e "soffrire" la salita: ho scomodato troppe persone stavolta per non presentarmi all'appuntamento!

Siamo in 8 alla partenza dal solito casello autostradale. Il Franz attende di essere recuperato all'autogrill di Dalmine, il gruppo di lecchesi capitanati da Luca di essere rintracciato autostrada facendo. La meta iniziale ?St. Jacques  in Val d'Ayas, quella finale il Pollux. Vari contrattempi ci impediscono di unirci al gruppo di Luca, cos? una volta consumata la torta energetica al parcheggio della piccola frazioncina, ci incamminiamo scinspalla e zaino pesante alla volta dei Piani di Verra. Il sentiero sale diretto, senza fronzoli e in meno di un ora siamo alla suddetta spianata, dove l'innevamento ?continuo e ci permette di calzare gli ski. Poco pi?in alto abbandoniamo la strada per infilarci in un vallone situato tra due imponenti morene che, con qualche angheria, ci porta ad una balconata posta qualche centinaio di metri sotto il rifugio Mezzalama. Una bella sosta e si riparte. Tracciamo la via ai piedi di possenti seracchi tenendone la giusta distanza, poi con semicerchio orario ci portiamo sopra il rifugio di cui prima. Occorre nuovamente fermarsi a causa del caldo sahariano che sta devastando il gruppo. Le creme solari vanno come la Fanta, le mie risorse idriche, rimaneggiate gi? prima della partenza dalla solita falla del Camel, languono.  Riempio di neve la sacca e la posiziono fuori dallo zaino... dopo 5 minuti ho una nuova falda da cui attingere. Alcuni di noi accusano fatica e malanni, altri  (Rob) se ne sobbarcano il fardello e io traccio nella neve pesante un itinerario il pi? regolare possibile, onde non affaticare ulteriormente il gruppo. Ai piedi dello zoccolo roccioso che sostiene il rifugio le mie orecchie cominciano a fumare come l'acciaieria di S. Polo e il sovrarisacaldamento diviene puro dolore. Siamo molto "allungati" ma grazie alle radioline riusciamo a restare in contatto. Arrivati al rifugio il gestore ci accoglie con una birra fresca, complimentandosi con noi e dicendo che pochi raggiungono il rifugio partendo dal fondovalle. Ne siamo lieti. Ci sistemiamo nel nostro comodo alloggio e trascorriamo il pomeriggio tra bagni di sole (chi non ne aveva avuto abbastanza), pisolini in branda e chiacchiere di vario genere. Alle 18:30 infiliamo le gambe sotto il tavolo per l'ottimo rifornimento carburante. Il rifugio merita una nota di merito per come viene gestito. il sonno non tarda ad arrivare e, con le consuete manfrine da rifugio, la notte trascorre lentamente per alcuni, in un lampo per altri. La mattina dopo una buona colazione, prendiamo le mosse incolonnati sul ghiacciaio. La neve ?pessima, crosta ventata rigelata che non promette nulla di buono per la discesa. Al Colle di Verra perdiamo la Saby e il Paglia che decidono di terminare li la loro gita. Noi 7 proseguiamo verso la base dello scivolo ovest del Pollùce raggiunto il quale calziamo i ramponi. Rob, Andrea e Franz decidono di portare gli ski in vetta per affrontare poi l'adrenalinica discesa. Io di portare gli sci in cima non ci penso neanche lontanamente, la neve ?tutt'altro che bella per una discesa almeno decente. Ramponi ai piedi e fiato accorciato dal convalescente malanno, risalgo il ripido pendio, seguito a ruota dal resto del gruppo. In breve raggiungiamo il dosso sommitale e la panoramica vetta dalla quale si gode di un bellissimo panorama su buona parte del Rosa (del settore orientale non si vede niente) e sul vicino Mishabel. Non fa per niente freddo, anzi: il calore delle 09:21 ci sprona a scendere per trovare la neve nelle migliori condizioni. Il trio scimunito arriva con debole ritardo, mentre noi ci avviamo. Scendiamo velocemente sulla traccia di salita e una volta calzati gli ski propongo di scendere alla base della Roccia Nera e infilarci tra i seracchi. L'ambiente ?grandioso e il firn la fa da padrone, regalandoci un emozionante discesa interrotta decine di volte per i  click delle nostre digitali. Raggiunto il rifugio ci fermiamo ad aspettare gli altri (inutilmente). Dopo circa 45 minuti decidiamo di iniziare la discesa tenendoci in contatto radio col Rob che lentamente sta facendo scendere la Saby acciaccata. Abbiamo l'onore e l'ardimento di tracciare la discesa dopo averla studiata a vista. Non ci convince la traccia usuale che passa dal Mezzalama. Scendiamo subito sul ripido davanti al rifugio su neve splendida per poi imboccare il secondo ripido pendio sotto lo zoccolo roccioso dello stesso. A quel punto viriamo decisamente ad est e percorriamo ora per ripidi canali ora per strategici traversi, la sinistra orografica della valle, in alcuni punti sotto il tiro dei seracchi, trovando in alcuni punti neve marcia, ma per lo pi? splendido firn fino a quando il bosco, oramai ai Piani di Verra, non ci inganna propinandoci la solita crosta condita da grattuggiamenti di soletta fino al termine dei pendii innevati.  Convinti da un presunto locale, ci incamminiamo sulla carrozzabile (a suo dire pi?breve del sentiero!) e, mentre lo ricopriamo di insulti, vediamo sempre pi?vicina la chiesetta del parcheggio. Alle auto una prolungatissima attesa per il rientro dei rimanenti naufraghi poi tutti in viaggio,  a sognare e progettare la prossima avventura!

 

I Piani di Verra


La partenza dal rifugio Guide Val d'Ayas


Durante la salita... il Breithorn


Panorama sullo Zinalrothorn


Panorama sullo Stralhorn


La ripida pala appena discesa


La discesa...


La discesa... in vista del rifugio
 

I Piani di Verra superiori

                                                                                                                                              by Domenico

                                                                                                                  
Partecipanti: Rob e Saby, Lorenzo, Andrea, Gianfranco, Paglia, Franz, Aurelio, Dome

Back