Posizionati sulla foto per visualizzare la didascalia                                                                                                        07/05/05 La Calotta

 

Salendo... il Baitone


La salita


La ripida diretta nord


Claudio in vetta


Ben visibili sulla sx la nostra traccia di salita e sulla dx quelle di discesa

Quando nella tua mente una meta si ripropone più volte nel corso di una settimana, è il caso di andarci. Se le tue aspettative saranno attese, la soddisfazione sarà doppia!

Mentre percorriamo la strada che da Temù sale verso la bassa testata della Val d'Avio, i dubbi riguardo la sua percorribilità vengono fugati. Potremo partire comodamente dall'inizio del sentiero che si inoltra in Val Salimmo. Come da previsione la giornata è splendida e la neve è completamente assente almeno fin oltre il bivacco Spera. Spalliamo quindi gli ski e percorriamo il ripidissimo ed a tratti esposto sentiero che, molto rapidamente, ci fa guadagnare quota e doppiare il bivacco. In questo tratto è assolutamente preferibile la totale assenza di neve.  Continuiamo a salire per ripide isighe fin quando troviamo una bella lingua nevosa perfettamente portante e liscia, la quale ci conduce tra belle conche inclinate, in vista del versante occidentale del Salimmo. Ci fermiamo a godere di uno  snack e di un po' di sole. L'aria è molto frizzante, la neve continua ad avere le caratteristiche di una pista da atletica, non obbligandoci a calzare i ramponi. Proseguiamo la nostra salita con gli scinspalla, tranquillamente. L'ambiente è incantato, con tutti i pendii matidi e levigati. Notiamo alcuni escursionisti alla Bocchetta di Valbione, tentano di invadere la nostra valle... ma non ci riescono, e tornano sui loro passi. Intanto, passo dopo passo, siamo arrivati ai piedi della ripida parete nord della nostra montagna. Calziamo i ramponi e la "aggrediamo". Rob traccia nella spanna di neve farinosa che rende del tutto facile, con un po' di fatica in più, la progressione. La piccozza rimane alloggiata nello zaino. La parete ha un inclinazione pressocchè uniforme, sui 50°, intervallati da un breve tratto centrale più abbattuto. Rapidi passaggi nuvolosi velano a tratti il sole, mentre giungiamo in cima dopo 4 ore e un quarto dalla partenza. Consueti scatti e commenti sulle condizioni dei ghiacciai adamellini e siamo pronti per la spettacolare discesa che ci attende. Con un traverso ci portiamo verso la via normale sul versante nordovest, ma dopo aver "saggiato" la qualità della neve, decidiamo di "raddrizzare" la discesa tuffandoci sul ripidissimo pendio adiacente la traccia di salita. 10 centimetri di farina su fondo cementato, ci permettono di ricamare il vasto lenzuolo, anche se le piccole slavine che causiamo con il nostro passaggio infastidiscono la nostra tranquillità... giunti in fondo al pendio, quasi increduli, ci voltiamo più volte a rimirare l'opera. Proseguiamo su firn  inverosimilmente bello, uno dei più belli mai trovati. Le pendenze sono sempre sostenute, spesso si scende senza intravedere la base del risalto, ma il tipo di neve che si lascia incidere  dalle lamine, permette anche queste "imprudenze". Percorriamo due ripidi canali e poi un'ultima lingua che ci deposita ai prati soprastanti l bivacco. Purtroppo è finita. Sono quasi tentato di lasciar qui gli ski e ritornarci domani, ma poi il pensiero del bellissimo Pisgana ammirato dalla cima mi persuade. Non rimane che precipitare nel solco della Val Salimmo e raggiungere il Kanguro solo soletto nei prati sotto Malga Caldea che, sorridente nel vederci esclama: "Già qui?"  

La Calotta


Andrea ai piedi della Calotta


Dalla vetta: l'Adamello


Dalla vetta: il Salimmo


La discesa... in alta val Salimmo

                                                                                                                                              by Domenico

                                                                                                                  
Partecipanti: Rob, Claudio, Andrea, Dome

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