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Posizionati sulla foto per visualizzare la didascalia                                                                                    3-4-5/06/05 Monte Rosa tour

 

Se parteee




Nei pressi del rifugio Mantova




Lungo il ghiacciaio di Garstelet




Transitando dal Colle del Lys in vista di Parrot e Gnifetti




Tramonto sul Cervino da Capanna Margherita




Tramonto sul Lyskamm dalla Punta Gnifetti




Discesa verso il Colle del Lys




Risalendo verso il Corno Nero


 

Discesa eccezionale a 4000 metri!


L'indecisione la fa da padrona per questa che potrebbe essere l'ultima scialpinistica di questa altalenante stagione. Dubbi riguardo la tenuta della meteo, dubbi sulle condizioni di innevamento, dubbi sulle condizioni fisiche, non al top come negli scorsi anni. Ma tant'? si parte e se ?il caso si soffrir? non sia mai di dover rinunciare solo per paura di dover soffrire un po' la fatica...
 

Le nuvole basse del primo mattino non sono granch?incoraggianti. Ma l'esperienza insegna che in queste situazioni  il limite della nuvolaglia generalmente rimane confinato alla valle centrale o, al pi? alle quote medie delle vallate pi?alte della Val d'Aosta. E cos? una volta raggiunto il desolato parcheggio di Stafal, frazione di Gressoney la Trinit? il cielo presenta ampissimi squarci di sereno, ed una brezza frizzante promette totale rasserenamento. Lo stato d'animo migliora improvvisamente e anche il pensiero dello zaino-zavorra sparisce. Ci incamminiamo lungo la solita pista da discesa che conduce al Gabiet. Il sentiero ripido non crea problemi fisici e la vista della neve sulle altre montagne ci fa capire che oggi non avremo da portare gli sci nello zaino per molte ore. Giunti alla conca della dighetta abbandoniamo il sentiero estivo per dirigerci verso le prime lingue di neve a 2500 metri. Calziamo gli sci e risaliamo il breve ma ripido "Canale dell'Aquila" che adduce rapidamente alla lunga vallecola che sbocca direttamente al rifugio Citt?di Mantova. L'ultimo ripido tratto mette a dura prova le gambe di Claudietto, mentre Rob e Andrea salgono spediti. Poco dopo siamo anche noi al rifugio, L'invernale ?occupato da 8 scialpinisti stranieri che hanno scambiato il rifugio per un luogo di villeggiatura... decidiamo di proseguire per il Gnifetti, poco pi?in alto, che dovrebbe essere vuoto. Una volta arrivati alla scaletta metallica che permette di superare le rocce sulle quali ?posto il rifugio, vediamo che una squadra di operai al servizio del simpatico Gildo (il rifugista), sta effettuando lavori di ristrutturazione alle pareti esterne dell'edificio. Immediatamente si crea un clima di cordialit?e Gildo ci offre un tavolo all'interno e la possibilit?di dormire in una accogliente cameretta. Praticamente abbiamo il rifugio tutto per noi: saliamo alla legnaia e facciamo scorta di materia prima per accendere la stufa, la notte si preannuncia freddina. Il pomeriggio trascorre tra chiacchiere e preparativi per la cena. Poi da una scatola spunta una televisione... Tre uomini e una gamba ci fa sbellicare dalle risate. Intanto fuori nevica. La notte una ronfata generale ci rigenera nel corpo e la mattina ampie schiarite nel cielo rinfrancano lo spirito. Con calma facciamo colazione e, dopo aver salutato gli occasionali compagni di viaggio, partiamo alla volta del rifugio Regina Margherita, il pi?alto delle Alpi. Il sole gioca a nascondino con le nebbie e le nuvole, ma la giornata rimane buona fino alla fine. Durante la salita Andrea si stacca dal gruppo per mettere nel suo personalissimo carnet la Piramide Vincent e la Punta Parrot. Giunti al Colle del Lys il vento inizia a soffiare deciso e il cielo si scopre definitivamente. La nevicata della notte ha incrostato abbondantemente la parete della Dufour, nostra meta iniziale. Al Colle Gnifetti ?una vera e propria tormenta. Spalliamo gli sci e calziamo i ramponi. Piccozza in mano affrontiamo il ripido pendio ghiacciato che porta al rifugio. Il vento e il ghiaccio si fanno complici dello zaino ulteriormente affardellato dal peso degli sci che fanno da vela per procurarci le ultime pene della salita. Finalmente possiamo far riposare le ossa, al riparo dell'accoglientissimo locale invernale. Anche qui verifichiamo la totale mancanza di rispetto dei frequentatori del rifugio (in gran parte stranieri/francesi) nei confronti di esso: sacchi stracolmi di immondizie di ogni tipo disseminati in cucina, nell'angolo cottura e addirittura nel dormitorio. Facciamo un po' di ordine quindi accendiamo la stufa a gas: la temperatura ?abbondantemente sotto lo zero e il vento sembra voler scardinare da un  momento all'altro i serramenti del rifugio. Andare a prendere la neve per preparare la cena e le bevande ?una vera impresa. Impossibilitati a muoverci trascorriamo il tempo cucinando spuntini e preparando continuamente infusi di ogni tipo. Le immagini del tramonto sono mozzafiato. Abbiamo il rifugio tutto per noi e la sensazione di isolamento ?tangibile e inusuale per il posto, pi?volte visto brulicante di escursionisti provenienti da ogni dove. Arriva anche il momento delle nanne che, haim? si riveleranno un calvario per tutti. Tutti? Beh, Claudio dorme della grossa, Andrea non si lamenta pi?di tanto, io e Rob sembriamo morsi da una tarantola. Alle 04:00 decido di andare in cucina e preparo l'ennesimo beverone. Il vento ?diventato furioso, il rifugio trema e il rumoreggiare delle lamiere ?inquietante. Fuori dalla finestra le sagome delle montagne circostanti disegnano uno scenario indimenticabile. Alle 06:00 ritorno a letto e finalmente riesco a dormire, per quel poco che rimane. Alla sveglia un esercito di zombie scende le scale del rifugio e trova Claudio allegro e pimpante intento a preparare la colazione. Purtroppo l'intensit?del vento non ?calata, l'altra faccia della medaglia ?un bellissimo cielo terso. Terminati i preparativi per la discesa, Rob allestisce una calata in doppia dai tiranti del rifugio. Il vento ?davvero furioso. Una volta al colle possiamo finalmente iniziare la nostra sciata, avendo ovviamente deciso di soprassedere alle salite di Zumstein e Dufour. A parte il primo tratto in falsopiano lastricato dal vento la discesa si rivela splendida su una buona spanna di polvere sottilissima poggiata su fondo duro. All'avvallamento posto sotto il Colle del Lys ripelliamo e puntiamo alla base del Corno Nero. Ci rendiamo subito conto che salire il breve ma ripido scivolo ghiacciato non sar?uno scherzo, il vento lo ha levigato a dovere. Dopo un primo tentativo sulla destra, proviamo a salirlo sulla sinistra prima su ghiaccio, poi su roccia dove troviamo, a non pi?di 5 metri dalla madonnina sommitale un passo duro, che ci fa perdere molto tempo. Il freddo intanto ci ha intirizziti al punto di rinunciare alla vetta e, con un paio di doppiette, riguadagniamo gli sci, al sole! Adesso ci aspetta solo e soltanto goduriosa discesa. Come al solito i pendii sono perfetti per lo sci e assolutamente non tracciati da altri scialpinisti. Passiamo senza fermarci dal Balmenhorn e poi d'avanti al rifugio Gnifetti. Il pendio da questo al rifugio Mantova risulta particolarmente esaltante. Riusciamo nonostante lo zaino abnorme a goderci la discesa (grazie anche ad un trucco di "impostazione" scoperto durante la discesa) che si prolunga, per vallette e canalini, fino alla strada sterrata che collega l'Alpe Lavetz al Gabiet. In pratica oltre 2000 metri di strepitosa sciata di fine stagione. Il restante tratto a piedi fino a Stafal ?poco pi?di una formalit?

Risalendo il canale dell'Aquila




Nei pressi del rifugio Gnifetti




In vista della Piramide Vincent




Il Liskamm dalla finestra della Capanna Margherita




Tramonto sulla Doufur da Capanna Margherita




Discesa difficoltosa dalla Capanna Margherita




Claudio nei pressi del Colle del Lys




Rob quasi riesce a toccare la Madonnina.... di vetta, al Corno Nero




Discesa eccezionale a 3000 metri!

                                                                                                                                              by Domenico

                                                                                                                  
Partecipanti: Rob, Claudio, Andrea, Dome

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