Numero 118
Nome Luca Colzani & Roberto Chittò
Posta elettronica grigna@on-ice.it
Nome gita Sasso Moro (3108 m)
Data 14/04/04

Regione

Lombardia
Via di salita via normale da nord
Partenza Campo Moro
Quota partenza 1980
Quota arrivo 2108
Dislivello effettivo 1350
Difficoltà F+
Specifica difficoltà 35°--
Rifugio Rifugio Bignami
Attrezzatura consigliata da ciaspolatori + piccozza e ramponi
Rischio valanghe 2
Condizioni itinerario Ottime
Valutazione itinerario Eccezionale
Commento Siamo solo in due ( elo saremo per tutta la giornata non incontrando anima viva). Partiamo da Campo Moro con cielo poco nuvoloso ma con nuvolosi innocui provenienti da sud. La neve è molto dura e ci permette di procedere spediti. Entriamo nella valle che porta al rifugio Carate dove seguiamo la traccia di alcuni scialpinisti. Giunti all’imbocco del vallone della Forca Fellaria,ciaspole ai piedi,lo percorriamo senza problemi calpestando 30 cm di farina libidinosa (rubo questo termine agli scialpinisti) poggiata su fondo molto duro. E’ una meraviglia. Giunti alla Forca Fellaria la vista si apre sul gruppo del Bernina e sui suoi ghiacciai. Il tempo non è più bello,la nebbia prende il sopravvento. Proseguiamo comunque e raggiungiamo una cima che a noi sembra il Sasso Moro. Guardando però l’altimetro c’eran 40 metri di scarto e, infatti, durante una schiarita,vediamo che la cima è un po’ più a sinistra. Quindi ci rimettiamo in marcia e finalmente,dopo un brevissimo tratto in cresta siamo in vetta immersi nella nebbia beffarda. Seguiamo i nostri passi fin quasi alla Forca Fellaria dopo di che,incuranti delle raccomandazioni del Nibi, scendiamo verso il rifugio Bignami. Fino al rifugio la discesa si rivela assai scorrevole e anche piacevole con vista sui ghiacciai di Fellaria e sulla cima Varuna. Al rifugio ci riposiamo ma notiamo che il sentiero che conduce alla diga di Alpe Gera è un mezzo suicidio. Dobbiamo attraversare pendii spazzati da valanghe e insidiosissimi. Ormai è tardi,siam troppo stanchi per ritornare alla Forca Fellaria e quindi ci avventuriamo in questa discesa che si rivela tremendamente complicata. Con non pochi problemi arriviamo alla diga di Alpe Gera distrutti,abbiamo rischiato di più in quel tratto che in tutte le altre salite effettuate fino ad oggi.(quanto mai non ho letto le raccomandazioni del Nibi!). Dalla diga di Alpe Gera alla macchina percorriamo una strada sterrata libera dalla neve. Senz’altro una ciaspolata di gran classe,credo anche la migliore della mia vita sia come qualità della neve che dell’ambiente circostante. Peccato per la nebbia beffarda.
Data immissione 14/04/2004 21.02.20

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