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tour per il monitoraggio dei ghiacciai della zona. Giornata spettacolare, fotografati 22 ghiacciai, cielo blu, limpido, temperatura ideale. Risaliamo la Val Caronella fino al bacino alto nei pressi del Glacionevato Val Caronella poco distante dalla C.ma Tresciana, da qui per raggiungere la stazione fotografica risaliamo un ripido canalone. Dopo le foto decidiamo di tentare la traversata in Val Bondone dal passo che sta proprio in cima al canale. Il posto è splendido, siamo a due passi dall'arcigna Cima Tresciana. Optiamo per la discesa dal canale di destra, perchè il canale in corrispondenza del passo non ci convince. I primi metri sono un po' difficoltosi per il terreno gelato, il Paglia fra rolling stones fa un bel rolling cuu e si graffia in più punti. Poco male, si riparte in fretta passando il più velocemente possibile alla base della parete nord della Tresciana.Poco sotto ci accorgiamo che la nostra intuizione è stata felice, il canale più invitante finisce dopo alcune decine di metri in un salto roccioso verticale. In poco tempo raggiungiamo una seconda bocchetta che ci permette di sbucare nell'Alta Val Bondone a poche decine di metri dal Glacionevato Bondone superiore. Lo attraversiamo al centro e puntiamo dritti il passo Bondone. Camminiamo lentamente. Raggiungiamo la C.ma della Malgina, punto panoramico stupnedo su tutta l'alta Val Seriana. Ci riposiamo un po' e poi iniziamo la lunga cresta che in un oretta ci porta in vetta al Baitlin, altro punto superpanoramico sul Diavolo di Malgina e i ghiacciai del Cagamei. Da qui tentiamo la discesa diretta sulla Val Bondone ma un salto strapiombante ci costringe a tornare sui nostri passi, scovo più a sud un ripidissimo canalino erboso che ci deposita sul sentiero. La discesa però è ancora lunghissima, dobbiamo tornare in Val Caronella alla jeep! Fino alla Casa di Caccia, il sentiero è uno spettacolo, le luce del tramonto ci regalano delle atmosfere magiche. I problemi inziano a meno di 20minuti da Malga Caronella: il sentiero scompare di colpo in corrispondenza di un salto roccioso. Proviamo a salire e scendere per cercare qualche traccia ma non si vede più nulla, non sappiamo che fare. Sono ormai le 19.30 e il sole qui è già tramontato da un po’. Dopo altri tentativi verso l’alto mi sembra di scorgere una passaggio lungo una cengia sul salto roccioso, speriamo poi di ritrovare il sentiero scendendo nel canalone a valle del salto. Con massima cautela, vista anche la stanchezza, scendiamo su erba scivolosissima,rami e roccette. Siamo ormai quasi nel canalone di maros che occupa l’ampio pendio sopra il fondovalle. Puntiamo ad una fascia di maros stranamente tagliati di recente nella speranza di trovare il sentiero. Nulla da fare troviamo solo numerosi branchi di camosci e flebili tracce di sentiero fra il bosco fitto di Maros, scendiamo lentamente zizzagando nella boscaglia. La discesa è lunga, lenta e faticosa per il terreno insidioso. Arrivati a 1700m circa ci rendiamo conto che il sentiero, se realmente esiste, passa molto ma molto più in alto, cosa che non è chiara neppure sulle mappe (Kompass in primis). L’ultimo tratto di discesa è una marusada epica, di quelle che neanche in Val Lèsina, è quasi buio e ci lanciamo a corpo morto fra i rami fittissimi, con 1000graffi e 10000foglie nei capelli sbuchiamo finalmente sul sentierone della valle, quasi non ci crediamo! Arriviamo alla jeep alle 20.30 con le ultime luci del giorno. 13h30’ di dura,durissima e magnifica Orobia!!!!! |
