Numero 294
Nome Ricky Scotti
Posta elettronica nibi@on-ice.it
Nome gita P.zo Stavello (dal Midolt di Mezzana)
Data 21/11/04

Regione

Lombardia
Via di salita versante SE poi cresta E
Partenza P.te della Rasiga (P.te di Stavello)
Quota partenza 886
Quota arrivo 2258
Dislivello effettivo 1400
Difficoltà EE
Specifica difficoltà 35°I
Rifugio nessuno
Attrezzatura consigliata ghette, scarponi ramponati
Rischio valanghe 1
Condizioni itinerario Eccellenti
Valutazione itinerario Ottimo
Commento Dopo quasi un mese di inattività per motivi universitari (!) e scarsa motivazione, io e Teo Mazza rubiamo una mattinata allo studio e ci lanciamo verso una delle nostre vette "di casa". Partenza traumatica in trial con il buio delle 6.30 con un vento gelido che non lascia presagire nulla di buono. Partiamo a piedi alle 7.20 dal ponte e con stupore troviamo le prime chiazze di neve alla base del Vacaresc a 900m (!) la neve scompare poi nel bosco fino a 1200m. Il freddo pungente ci fa salire lentamente ma senza pause. Raggiunta la C.ra di Mezzana a 1425m ci stupiamo dei 15-20cm di neve compatta che troviamo. Un vento gelido e temperatura sui -8° rendono la salita pienamente invernale. Il sole è ancora un miraggio e ci gustiamo la nostra prima digressione orobica della stagione. Superiamo la casera e saliamo verso i Barec del Sciuc. La neve aumenta di spessore fino a 30-40cm e ci rallenta notevolmente la marcia. Sopra di noi vediamo ora i versanti meridionali dell’Ala del Nibi e dello Stavello già inondati dal primo sole e cerchiamo di correre velocemente verso il topo-climate change. Più ci alziamo e meno neve troviamo. Sfruttiamo una costa di abeti e larici per camminare un po’ sul pulito. Ad un certo punto, sui 1800m raggiungiamo l’optimum climatico vallivo e di colpo ci troviamo su pascoli riscaldati dal sole mattutino e senza un filo di neve. Ci fermiamo per qualche minuto poi riprendiamo la salita proprio alla base del dirupato versante SE dell’ala del Nibi. La marcia è ora molto lenta a causa della pendenza elevata e del nostro non invidiabile stato di forma. Raggiunta la Bocc.ta dell’Ala una folata di tramontana ci risveglia dal nostro torpore sahariano e ci sprona a riprendere la salita lungo la comoda cresta est. I cumuli di neve ventata nascondono delle voragini infraroccia molto insidiose che ci fanno temere per le nostre gambe. Poco prima dell’ultimo tratto ci accorgiamo che qualcuno ci ha preceduto in vetta. Un camoscio bruca tranquillo i “scerniun” nei pressi della croce, cerchiamo di avvicinarci senza farci notare ma a 25000km ci vede,sente,odora e se ne va fischiando lungo la cresta nord ovest. Riprendiamo la salita cercando di stare sul versante meridionale al riparo dal vento gelido. Arriviamo in vetta alle 10.20. Visibilità >> infinito, neppure una nuvola dal Rosa all’Ortles. Magnifica panoramica delle vette circostanti. L’idillio dura poco visto il vento gelido e la temperatura stabile sui -5° al sole. La discesa avviene sull’ombroso versante nord, la neve torna abbondante e insidiosa, il lungo e ripidissimo canalone della via normale estiva ci consegna, fra una maros e l’altro, al Barec de Scima. Ci troviamo ora nell’unica zona d’ombra visibile dalla nostra posizione, bella sensazione! Poco sopra la casera incontriamo due cacciatori che sfruttano l’ultimo giorno a disposizione per impallinare i Forcelli della zona. La discesa, facilitata dal morbido fondo nevoso, prosegue rapida. Poco sotto “i Soi” a circa 1100m le ultime chiazze di neve ci lasciano e il duro sentiero ghiacciato ci ricorda quanto sono due le suole dei nostri scarponi. Alle 12.30 siamo di nuovo alla moto ed alle 12.50 sotto la doccia cercando di salvare nella memoria gli splendidi momenti appena vissuti.
Data immissione 21/11/2004 15.50.55

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