Numero 36
Nome Luca Colzani
Posta elettronica grigna-81@libero.it
Nome gita Gran Pirlata del 2003
Data 04/08/03

Regione

SVIZZERA
Via di salita seconda tappa
Partenza Cabane de Valsorey
Quota partenza 3030
Quota arrivo 2980
Dislivello effettivo 800
Difficoltà PD
Specifica difficoltà 55°I
Rifugio Bivacco Musso
Attrezzatura consigliata corda,piccozza,ramponi,casco!!!!!!!!!!,chiodi da ghiaccio.
Rischio valanghe 0
Condizioni itinerario Pessime
Valutazione itinerario Mediocre
Commento Sveglia alle 4 e partenza alle 4.30 alla volta del Plateau de Couloir (3620 m) descritto dalla guida dell'Haute Route come il punto più difficile dell'intera attraversata fino a Zermatt. In annate normali e non caratterizzate da temperature costantemente torride e da zero termico quasi a 5000 metri la salita al Plateau si presenta priva di pericoli in quanto la neve copre tutti i pendii. Quest'anno invece il pendio è completamente scoperto.Attacchiamo il pendio dopo aver attraversato il piccolo Glacier de Meitin.Sotto una pioggia di sassi provenienti dalle creste del Grand Combin,insieme a 4 svizzeri compiamo un traverso incredibile dato che non c'era nessuna traccia e ormai stavamo andando ad attaccare la cresta del Grand Combin.Superiamo un canale ghiacciato (chiodi molto utili) e arriviamo al pendio finale,una paretina di ghiaccio (50°) che superiamo in fretta per il pericolo di scariche.Al Plateau du Couloir tiriamo un sospiro di sollievo,anzichè impiegarci 2 ore per raggiungerlo ne abbiamo impiegate oltre 3......... Ora in teoria dovrebbe essere tutto tranquillo invece....... Scendiamo verso il Glacier de Sonadon a naso in quanto non esiste nessuna traccia di altri alpinisti. Sul cambio di pendenza ci troviamo di fronte un grandissimo crepaccio con un esile ponte di neve.Il sole è già alto,il ponte è insicuro e solo dopo le varie manovre di sicurezza riusciamo a passarlo. Scendiamo sul Ghiacciaio di Sonadon e dopo aver attraversato altri 2 crepacci pericolosi giungiamo al Col de Sonadon. E' già mezzogiorno ma siamo stanchi e ci concediamo mezz'ora di pausa.Ci aspetta ora il lungo Glacier de Mont Durand e poi la breve salita verso la Cabane de Chanrion. Ci avviamo lungo il ghiacciaio seguendo i 4 svizzeri su terreno vergine. Gli svizzeri raggiungono una zona crepacciata mentre io e il mio compagno decidiamo di traversare tutto il ghiacciaio e scendere contro la parete della Grand Tete de By dove secondo la nostra cartina passa la traccia. Arriviamo fino ad un certo punto dopo di che anche da quella parte la via verso il basso è ostruita da enormi crepacci e seracchi.Nel frattempo gli svizzeri seguono le nostre tracce. Ci troviamo in un punto di non ritorno.Il tempo passa,le nubi si fanno minacciose. Dopo una breve riunione arriviamo a 2 conclusioni,se riusciamo a forzare in mezzo ai crepacci sul fianco sinistro del ghiacciaio ripieghiamo al rifugio Amianthe in Italia altrimenti torniamo al Col de Sonadon e risaliamo fino al Bivacco Musso. Iniziamo quindi lo slalom tra i vari crepacci sovrastati da giganteschi seracchi passando su ponti di neve esilissimi con voragini sotto le gambe anche di 20-30 metri(mai visti dei crepi così). Nel frattempo inizia a tuonare,il Colle d'Amianthe è vicino.Resta solo l'ultima grande difficoltà da superare.Un crepaccio con un ponte di neve qualche metro al suo interno. Prepariamo in fretta e furia la calata e col fiato sospeso uno alla volta riusciamo a passare. La via verso il Colle d'Amianthe è libera,inizia a grandinare ma al colle riusciamo a scorgere tra la nebbia il rifugio Chiarella.Siamo salvi,in breve sotto il temporale siamo al rifugio dove veniamo rifocillati e scaldati dai gentilissimi gestori della capanna.Che bello trovarsi al caldo della stufa dopo una giornata così...... In totale quindi siamo rimasti in giro 12 ore con ghiacciai in condizioni incredibilmente pessime.Da ongi seracco ogni 10 minuti veniva giu una scarica,dalla cresta sud-est del Grand Combin mentre passavamo il labirinto si è staccata anche una frana insomma non mi ero mai trovato in condizioni così al limite tant'è che al rifugio Chiarella abbiam preso la decisione penso giusta di tornare a casa. In montagna si va per divertirsi,se ci si trova in mezzo a una serie impressionante di pericoli è meglio tornare a casa.
Data immissione 08/06/2003 12.51.05

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