| Commento |
Dal solito parcheggio parto da solo alla conquista del Grignone per la 57esima volta…..
Cielo sereno,fohen e temperatura sui –1°C.
Mi fermo subito all’acquedotto per un urgentissimo bisogno fisiologico.
Ghiaccio fino all’incrocio con la traversata bassa dopo di che la neve aumenta e la traccia diventa morbida.
Al Pialeral un vento fortissimo mi investe e guardando sulle cime circostanti si notano dei pinnacoli di neve degni dell’Everest……..
La traccia che sale ai Comolli non esiste più,alcuni alpinisti davanti a me arrancano nella neve trasportata dal vento.
Li supero e per mia fortuna la neve diventa più dura.
Raggiungo i Comolli e calzo i ramponi.
La salita si fa più faticosa per via della pendenza,non sono in forma,forse le ciaspolate dei giorni precedenti mi hanno asciugato le energie.
Comunque sia riesco a raggiungere la cresta dove raffiche di vento gelido mi costringono a zavorrarmi con la piccozza.
Riesco a stare nelle 3 ore quando tocco la croce di vetta.
Il termometro del rifugio segna –7°C.
Entro e non trovo il Marco…al suo posto quel muffone di Fulvio che fa fatica a dirmi cosa c’è da mangiare….mangio un piatto di ravioli al sugo.
Lotto sul terrazzo per calzare un rampone che non si vuol chiudere,lo lego un po’ alla mia maniera e mi butto in discesa.
Giunto ai Comolli alterno tratti in scivolata a tratti in cui devo aprirmi la traccia nella neve.
Dal Pialeral imbocco una traccia tra la neve che in breve mi porta al sentiero carrozzabile verso la Cappelleta.
In breve sono alla macchina.
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