Numero report: 15
Nome: Luca Bono
Indirizzo posta elettronica: fenriso2000@yahoo.com
Gita: Odissea sul Ciarforon
Data: 28/03/2005
Regione: Valle d'Aosta
Via di Salita: Parete Nord
Località partenza: Rif.Vittorio Emanuele
Quota partenza: 2780
Quota arrivo: 3642
Dislivello: 900
Difficoltà: AD+
Pendenza Gradi: 65°
Difficoltà Roccia: --
Rifugio di Appoggio: Vittorio Emanuele
Attrezzatura Consigliata: da alpinismo(2 picche)+sci/ciaspole,utili fittoni,indispensabili chiodi da ghiaccio
Rischio Valanghe: 2
Condizione Itinerario: Mediocri
Valutazione Itinerario: Buono
Commento: partiamo per questa avventrura con l'immancabile tenda io leo marta e ale,di sabato mattina con l'intenzione di affrontare il Ciarforon la domenica e il lunedì fare qualcosa di scialpinistico tipo Granpa o Tresenta .Arrivati al rifugio carichi come muli piazziamo la tenda vicino a un grande masso poco distante dal rifugio.A salire la neve si trova solo dai 2400 in su,quindi risentiamo della fatica soprattutto io e leo che abbiam gli sci sulle spalle(ale e marta ciaspole).Passiamo la prima giornata in tenda a causa della neve che continua a cadere,ma senza apporre spessori significativi.La domenica è data in miglioramento ma la schiarita arriva solo nel tardo pomeriggio,è allora che io e leo partiamo con gli sci per andare a vedere l'attacco della nord.Giunti sul posto possiamo ammirare oltre alla nostra parete anche il Gran Paradiso e la splendida Becca di Monciair con la sua attraente parete nord,si vede anche la Tresenta a mio parere un po pelata.La nord ci sembra in condizioni accettabili così torniamo veloci alla tenda con una bella sciatasu fondo assestato ricoperto da 10 cm di farina pesante.La mattina dopo partaimo alle 5e30 e arrivati alla base decidiamo di portare gli sci in spalla,infatti tornare poi a prenderli non sarebbe il massimo visto che dal punto in cui si arriva dalla via di discesa all'attacco c'èun lungo traverso tagliato dai crepi,mentre avendo gli sci si potrebbe seguire una bella e lunga dorsale priva di pericoli.Paritamo allora legati con una mezza ciascuno che ci consente di risparmiare peso e 4 chiodi da ghiaccio a cordata più qualcosa da roccia nel caso non trovassimo i cordini di calata in discesa.All'inizio è neve da battere sui primi pendii di 40° purtoppo non molto compatta ma sufficientemente stabile,il ghiaccio però non tarda ad arrivare così si comincia subito a sputare sangue,già prima della strozzatura dove la parete si impenna e dove non è coperto dalla neve per cui ben evidente anche dal basso.Superata la strozzatura il cinema sembra finire e invece...è solo un cambio di pendenza,ancora ghiaccio vivo e durissimo che mi spacca una becca(uso una della marta che sale da seconda con leo)e ci costringe a fare ancora tiri,il mio socio ale è distrutto e va in crisi nera,anche perchè è stato lui a tirare il tratto più ripido e ora è cotto,lo rincuoro come posso promettendogli la vetta ormai vicina,anche se sembra non arrivare mai!ma io so che è poco lontana,infatti dopo gli ultimi faticosi tiri arrivo sulla cresta e con una sicura un pò"allegra" su fittone lo recupero e lo spedisco in vetta.Peccato che sia sopraggiunta la nebbia sul versante di discesa e leo,che ha già fatto questa salita 3 volte ritiene troppo rischioso seguire la discesa classica e allora come avevamo messo in preventivo(in caso di maltempo)scendiamo in doppia dalla parete appena salita il tutto sempre con sci e ciaspe sulle spalle!(molto utili direi...)così con sei interminabili doppie sfruttando le Abalakov sapientemente preparate da leo siamo alla base e da lì scendiamo chi ciaspolando chi sciando al rifugio,dove i gestori preoccupati avevano osservato con preoccupazione le nostre peripezie(a proposito sono stati molto gentili con noi nonostante non abbiamo dormito nè mangiato in rifugio).Sono le 8 passate quando arriviamo al Vittorio Emanuele,tutto questo tempo è stato necessario viste le condizioni di certo non ideali della parete e soprattutto l'interminabile discesa.Staremmo volentieri a dormire un altra notte (siamo sfiniti)ma ale insiste per rientrare così smontiamo la tenda e scendiamo dal sentiro sprofondando nella poca neve rimasta e al buio(tra laltro al mia frontale mi abbandona)Caricata velocemente la macchina ci dirigiamo verso l'amata Brianza che ci accoglie alle 4 del mattino,siamo distrutti ma soddisfatti da una salita di grande impegno e dall'aver sverginato per primi quest'anno la parete(almeno a detta del rifugista)per quanto mi riguarda,però,le condizioni non ottimali mi hanno impedito di gustare appieno la salita,mi sarei divertito molto di più su una neve ben compatta alla Rambo! ps:alcuni crepi nascosti da neve non compattisima sia alla base sia nel primo tratto di parete,occhio!
Data inserimento 29/03/2005 18.28.05

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