Numero report: 188
Nome: Franz Rota Nodari
Indirizzo posta elettronica: rotanodari.f@irea.cnr.it
Gita: Cima, Porta e Ghiacciaio di Buciaga
Data: 10/09/2005
Regione: Lombardia
Via di Salita: Val Adamè - parete NNE
Località partenza: Malga Lincino
Quota partenza: 1600
Quota arrivo: 3015
Dislivello: 1750
Difficoltà: PD
Pendenza Gradi: --
Difficoltà Roccia: III
Rifugio di Appoggio: Tenda o Rifugio Lissone 2050m
Attrezzatura Consigliata: Spezzone di corda per i passaggi più ostici. Pedule.
Rischio Valanghe: 0
Condizione Itinerario: Buone
Valutazione Itinerario: Ottimo
Commento: Sulla scia dell’esperienza del Badile, il w-e successivo avevo in programma la traversata del Cervino, ma le condizioni meteo, che ci avevano tanto intimorito allo Spigolo, erano cambiate e il Cervo andava rimandato all’anno successivo per inagibilità causa neve. Eccomi quindi solo a sfruttare un w-e che pare presenti un sabato ancor decente: ideale per dei rilievi glaciologici che ho in arretrato. Parto da Milano alle 16,30 e il tempo non è sicuramente dei migliori. Arrivo a casa, piglio la macchina dopo aver preparato un veloce zaino, e quando sono a Iseo a casa del Paglia, per ritirar la macchina fotografica per i rilievi, diluvia. Vabbeh, fidiamoci di 'sto BOLAM. Arrivo a Malga Lincino (1600m) in Val Adamè alle 21:30. Tempo grigio ma asciutto. Cerco uno spiazzo decente per la tenda e comincio a cucinarmi la cena: il mio buon risotto…finito il pasto ho un incontro che mi fa trasalire. Incrocio con la frontale due occhi nell’oscurità. Faccio un salto e mi chiudo con il bastoncino in pugno nella tenda. Timori infantili del buio, fantasie strane (so bene che avrei dovuto temer di più una notte a Milano Centrale, piuttosto che una solo in un bosco) disturbano un poco il mio addormentarmi, ma alla fine cado in un profondo sonno. Interrotto però da un fruscio di un animale che si infila nel sottotenda. Lancio un urlo e questo (probabilmente una volpe) scappa. Tuttavia in breve riprendo sonno. Alle 4:30 suona la sveglia. Stellata fantastica sopra la mia testa. Mentre faccio colazione non posso non dare qualche occhiata dietro di me alla ricerca di qualche misterioso mostro in agguato…;-). Alle 5 parto. Alle 6 sono al Rifugio Città di Lissone. Ancor si vede poco. Proseguo per la piatta vallata tra i meandri scavati dal torrente gustandomi le prime luci dell’aurora. Alle 7 sono alla Baita Adamè. Comincio con le foto al ghiacciaio delle Levade. Lontano intravedo il Bivacco Baroni, mia possibile meta. Tuttavia opto per una visita di persona ad uno dei ghiacciai da monitorare (il Buciaga) e al bivio salgo per il ripido sentiero segnalato che conduce alla Porta di Buciaga. Passo costellato di casematte, gallerie e ruderi della Grande Guerra. Arrivandoci trovo un ghiacciaio in condizioni non pietose, con un bel volume ed anche dei piccoli crepaccetti. Innumerevoli le foto all’effluenza dell’Adamè che presenta un nuovo crollo e una nuova grotta da questa prospettiva molto evidente. Alle 11 valico verso il versante opposto e subito m’accorgo come il mio programma di ridiscendere e salire al Passo Poia sul versante opposto non ha molto senso visti i nuvolosi che si stanno addensato proprio sui ghiacciai che dovrò fotografare (Buciaga, Castelliere, Grevo Nord, Lesena, ecc.). Esce quindi il ‘’Franz, io vado in cima’’ che è in me… leggo sulla guida CAI-TCI di un itinerario con passi di II per la CIMA DI BUCIAGA NORD (le nuvole non son ancora arrivate così in alto). Mi inoltro così nella parete NNE che ad un primo sguardo non mi pare poi così facile…in breve mi trovo su placche lisce ed esposte (III) e convinto di essere fuori via e di trovarla più in alto salgo. Ad un certo punto, dopo un traverso sull’abisso cavalcioni (III) mi trovo ad un terrazzino con dei tetti sopra di me. Avessi con me il mio solito spezzone di corda sarei più contento. Gli insulti che mi do sono innumerevoli, ma ora è inutile piangere…Il momento è abbastanza critico: mi ci vorrà un quarto d’ora per riprendere la concentrazione e riuscire a scendere. Proseguo poi, dato che scendere mi risulta più impegnativo, e soddisfatto guadagno la vetta di 3015 metri. Subito penso alla discesa e lungo lo sperone Est (II, ometti) sono alle ghiaie e con 250 metri di risalita ritorno alla Porta. Qui in una fitta nebbia sono in breve a valle (dove incontro dei pastori alle malghe prima del rifugio: le prime persone in 13 ore!!!) e dopo un vin brulé al Lissone ancor aperto (stupiti i gestori del mio giro), giungo senz’altro all’auto dopo 1750 metri di dislivello effettivo e 14 ore di cammino!!! A casa leggendo la versione vecchia della guida TCI-CAI scoprirò che l’itinerario di salita (corretto come da me percorso) era dato per ‘difficile’!!! Beh, che dire? Una giornata intensa a diretto contatto con i monti (e gli animali ivi presenti) e con un pizzico di adrenalina alpinistica.
Data inserimento 12/09/2005 12.39.31

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