Numero report: 331
Nome: Luca Bono
Indirizzo posta elettronica: fenriso2000@yahoo.com
Gita: Palù Or.le
Data: 02/07/2006
Regione: SVIZZERA
Via di Salita: cresta Kuffner
Località partenza: pressi del rif. Diavolezza
Quota partenza: 3000
Quota arrivo: 3882
Dislivello: 882
Difficoltà: D
Pendenza Gradi: 40°
Difficoltà Roccia: IV
Rifugio di Appoggio: Diavolezza
Attrezzatura Consigliata: mezza corda da 50m, scelta di friend e nut, piccozza, un paio di viti da ghiaccio, caschetto
Rischio Valanghe: 1
Condizione Itinerario: Buone
Valutazione Itinerario: Ottimo
Commento: Dopo un clamoroso bidone propinatomi il venerdì mattina, la rinuncia alla trasferta in Dolomiti impone un ripiego di gran classe...eccomi allora a pensare a una bella salita in quota (che un pò mi manca) in cui si possa anche arrampicare. D'istinto penso alla Kuffner ai Palù, così alle 2 del pome mi metto in viaggio con Beppe, grande amante delle classiche che da un bel pò sognava questa salita. Dopo una corsa per non perdere la funivia arriviamo in tempo al parcheggio dove vedo un ragazzo che armeggia con una borsa degli scarponi con scritto "Massimo-Trieste": non posso sbagliarmi: è il mitico neo-on-icer Espo con cui faccio conoscenza. Nel mentre sento Beppe che smadonna: ha dimenticato i ramponi...il tutto andrebbe allegramente a puttane se non fosse per la gentilezza di Espo e della sua compagna che ne prestano a Beppe un paio. Arrivati con funivia (costo 30 franchi, circa 20 euri a testa A/R) al Diavolezza, andiam a piazzare la tenda sul sentiero che porta alla Vadret da Pers. Il giorno dopo sveglia alle 3.30, colazione e via. Giunti sul ghiacciaio prendiamo la pista della normale ai Palù da cui dovrebbe poco dopo staccarsi la via d'avvicinamento allo sperone Kuffner. Vedendo gente che torna indietro dalla traccia bassa, quella cioè che stacca dalla normale all'altezza del ponticello di legno, saliamo ancora e prendiamo un altra traccia molto alta rispetto all'attacco che in discesa ci porta allo sperone. Qui si perde gran tempo per la seconda cordata che molto lenta ci costringe a mangiar freddo immobili. Partiti, ingaggiamo una lotta con una cordata a 3 di svizzeri che ci sorpassano e si fermano di continuo provocando pure pericolose scariche, a sto punto metto il turbo e viaggiando in conserva ce ne liberiamo. La via presenta roccia a gradoni sul II-III grado, che solo sul filo di cresta si mantiene ben sana, ai lati è un bel marciume. Nel secondo tratto della parte di roccia si incontrano passi più impegnativi, anche sul IV grado abbondante, tuttavia i chiodi sono presenti sui tratti difficili, e la roccia ben si presta all'uso di protezioni veloci. Abbiamo bypassato il famoso tiro di IV+ (ma molti ci han detto essere qualcosa di più) a causa di alcune cordate incasinate, la variante presa, però, presentava brevi passaggi atletici valutabili sicuramente non meno di IV. Dopo di che le difficoltà vanno scemando (attenzione alla qualità della roccia) e ci si trova di fronte il breve scivolo nevoso finale, che presentava parecchio ghiaccio, ma una pendenza mai superiore ai 40° (alcune cordate han messo viti di sicurezza). La cresta nevosa finale è la parte più spettacolare della via, con l'imponenza dello sperone centrale sulla destra e il ghiacciaio tormentato da crepi e seracchi in basso, mentre la cornicetta sommitale si avvicina sempre più... partecipanti: Luca e Beppe, un grazie particolare a Espo e alla sua simpaticissima compagna che han reso possibile questa salita prestandoci i ramponi...e un saluto a chi voleva venire ma purtroppo non ha potuto per disguidi vari e mancanza del socio, e a chi poteva ma ci ha bidonati poco prima. NOTA TECNICA: la via, come l'abbiam fatta noi, è divisa in una lunga prima parte di sola roccia, che a quanto pare è molto più sana stando perfettamente sul filo di cresta, e una breve parte finale di neve (forse 100m, ghiacciata ieri). Nella seconda metà della parte rocciosa abbiamproceduto essenzialmente a tiri di corda, mettendo però pochissime protezioni. Alcune cordate han fatto la via con le scarpette, a noi non è parso il caso dato soprattutto che la prima parte offre difficoltà direi modeste, e che gli scarponi nello zaino pesano non poco... la discesa lungo la normale si svolge in un dedalo di crepi e seracchi...prestare attenzione e non sottovalutarla, sotto il Cambrena occhio alle scariche di sassi nelle ore più calde. Per quanto riguarda l'attacco, sembra si possa prendere sia a livello del ponticello di legno,(deviazione evidente a dx dalla traccia normale) sia ben più in alto, in questo caso, essendosi alzati rispetto all'altezza dell'attacco, ci si deve riabbassare...in entrambe i casi, occhio ai crepi.
Data inserimento 03/07/2006 16.56.10

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