Numero report: 352
Nome: Ricky Scotti
Indirizzo posta elettronica: nibi@on-ice.it
Gita: Piz Fora (o Sassa di Fora)
Data: 14/07/2006
Regione: SVIZZERA
Via di Salita: Cresta NNE
Località partenza: Maloja (posta)
Quota partenza: 1800
Quota arrivo: 3363
Dislivello: 1850
Difficoltà: F+
Pendenza Gradi: 35°
Difficoltà Roccia: II
Rifugio di Appoggio: nessuno
Attrezzatura Consigliata: bastoncini,picca,ramponi,corda
Rischio Valanghe: 0
Condizione Itinerario: Buone
Valutazione Itinerario: Ottimo
Commento: Una delle più grandi scammellate di sempre. Partiamo io e il Franco dal Maloja (posta) alle 4.45, non c’è una nuvola in cielo, la mattinata si preannuncia eccellente. In 1 ora a buon passo raggiungiamo Ca d’Starnam (2024m) all’imbocco della Val Fedoz. Percorriamo velocemente il pianeggiante fondovalle tenendoci sulla destra del torrente. La valle, chiusa dalla Vadrec da Fedoz, sembra non finire mai. Superate le modeste baite della Motta Salatschina (2107m) il sentiero scompare. Seguiamo qualche modesto ometto che ci porta a cozzare contro il ripido gradino roccioso da poco abbandonato dal Ghiacciaio. Per superarlo sfruttiamo un sistema di cenge con qualche passaggino di I e II°. Segnaliamo il percorso con un paio di ometti. Il sole inizia ad illuminare la bella Vadrec quasi completamente priva di neve dell’anno. Proseguiamo in destra idrografica sulla morena laterale fino ad imboccare il lungo e ripido canalone detritico che conduce alla Fuorcla Fex-Fedoz (3143m). Non sono neppure le 9.00 ma il Piz La Margna, il Piz Fedoz così come il Piz Fora scompaiono dietro ai primi cumuli. Pensiamo per un attimo alla possibilità di attraversare la Vadrec per raggiungere velocemente il M. dell’Oro che, ancora libero, ci consentirebbe un eccellente panorama sulla Val Malenco. Optiamo comunque per la meta prefissata e, raggiunta la Fuorcla, dobbiamo percorrere circa 1,5km di cresta rocciosa per raggiungere la vetta. Classicamente nevoso quest’anno il crinale si presenta completamente spoglio. Le difficoltà aumentano considerevolmente, senza alcun ometto dobbiamo cercare i passaggi migliori sia a destra che a sinistra per aggirare i numerosi gendarmi. A non più di 100m dalla vetta un intaglio di 3-4m ci sbarra la strada, utilizziamo così lo spezzone di corda per scendere qualche metro a picco sopra la Vadrec da Fedoz. Il passaggio (II+°) è delicato prevalentemente per l’esposizione. Siamo così in vetta alle 11.15. La vista sulla Val Malenco è completamente ostruita da un impenetrabile muro di cumuli che risalgono direttamente da S.Giuseppe per poi dissolversi sopra di noi a contatto con l’aria più asciutta del versante settentrionale. Ci consoliamo con il panorama verso nord, comunque notevole. La discesa si rivelerà molto più intricata della salita. Il progetto era di seguire la cresta NNE integralmente concatenando Piz Guz,Piz Led e Piz Salatschina. Difficoltà tecniche sottostimate sulla guida CAI e tempistica sfavorevole ci fanno desistere. Ripercorriamo la cresta fino alla Fuorcla Fex-Fedoz e da qui scendiamo sulla Vadrec dal Guz. La deglaciazione alpina sta modificando pesantemente le vie alpinistiche, nel suo piccolo anche la salita al Piz Fora ne sta risentendo pesantemente. Per mettere piede sul Ghiacciaio dobbiamo superare 10m di ripido detrito misto a ghiaccio, scendiamo assieme al detrito. Ci leghiamo per superare la terminale nascosta dalla poca e debolissima neve residua. Trattenendo il respiro riusciamo a superare il tratto difficile e ci troviamo quindi sul ghiaccio scoperto. Scendiamo a zig-zag aggirando i numerosi crepacci uscendo dal ghiacciaio prima della ripida lingua. Non troviamo però una via di fuga sulla sinistra, il detrito poggia ancora su lenti di ghiaccio morto che destabilizzano il pendio. Siamo costretti a risalire e rientrare sul ghiacciaio che percorriamo quasi fino alla fronte su pendenze di 30-35°. Finite le grane iniziamo la lunga diagonale a mezza costa che ci riporterà sul crinale divisorio fra Val di Fex e Fedoz. Il terreno è tutt’altro che semplice, superiamo un rock glacier attivo quando ci troviamo di fronte ad un pendio completamente fratturato , numerosissime trincee in roccia ci mostrano la nicchia di distacco di un’antichissima frana. Il dissesto è ancora attivo e ci costringe a risalire alcune decine di metri. Raggiungiamo così il crinale alla cima (quota 2648m). Non trovando tracce di sentiero che scendono in Val Fedoz seguiamo integralmente il crinale del Mutt’Ota,meraviglioso balcone sull’Engadina. Dopo quasi 6 ore di discesa siamo ancora a 2400m. Nel frattempo un bel temporale ci viene incontro dal Julierpass.Quando inizia a piovere cerchiamo di allontanarci il più velocemente possibile dal crinale, corriamo velocemente fino al meraviglioso borgo di Isola. Il temporale è passato lasciando come presagio sdue violenti fulmini proprio sul crinale appena percorso che “sentiamo” anche sulle tubature di una fontana. Ci attende ora la mazzata finale, 4km e altri 50m di dislivello per arrivare al Maloja. Proseguiamo per inerzia rimpiangendo la mountain bike. Alle 18.15 varchiamo l’uscio di casa dopo 13h30’ di ravanata.
Data inserimento 16/07/2006 14.24.47

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