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Da molto tempo avevamo in programma questa salita. Partiamo dal parcheggio sotterraneo di Sils e, passando accanto alla casa di Nietschze, risaliamo il bosco che ci porta a Marmorè. Da qui, sempre su sentiero ottimamente segnato, giungiamo al Lej Sgrischus e ai successivi Lej Nair e Lej Alv. Seguendo numerosi ometti, tra le pietraie, su terreno spesso “Nibiesco”, giungiamo alla fronte del Vadrettin del Chaputschin. Calzati i ramponi, risaliamo il piccolo ma insidioso ghiacciaio (numerosi crepacci) per raggiungere poi la cresta spartiacque del Chaputschin. Su facili roccette e poi su sfasciumi, raggiungiamo la panoramicissima vetta.
In discesa ci leghiamo e, io e la Anna, rischiamo di esser colpiti da un sasso staccatosi dalla cresta. Passati i pericoli, Tapiro e Kikko ci lasciano mentre noi ci concediamo un rigenerante bagno nel laghetto. A dir la verità, mentre gli altri optano per il Lej Alv, io scelgo il più caldo Lej Nair. Ritornati sui nostri passi, giungiamo all’auto e ci trasferiamo nella zona del Parco Nazziunal Svizzer. Dopo aver girato in lungo e in largo alla ricerca di una zona autorizzata per il campeggio, ci rassegnamo e entriamo abusivamente in un circolo di tiro al piattello. Sistemato il campo per la notte, si avvicina un minaccioso temporale con fulmini davvero potenti.Dopo un breve conciliabolo decidiamo di smontare tutto e di fuggire prima che qualche fulmine decida di farci visita e, così, alle 10.30, troviamo posto nel touristenlager di Zernez dove dormiamo.
Partecipanti: io, Rambo, Anna, Leonardo detto il Rosso, Marta, Tapiro e Kikko (e chi l’ha visto ?)
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