Numero report: 381
Nome: Carla
Indirizzo posta elettronica: carlabessi@libero.it
Gita: M. Eveque
Data: 23/07/2006
Regione: Valle d'Aosta
Via di Salita: normale
Località partenza: rif. Collon
Quota partenza: 2880
Quota arrivo: 3716
Dislivello: 1200
Difficoltà: AD-
Pendenza Gradi: 55°
Difficoltà Roccia: II
Rifugio di Appoggio: rif. Collon
Attrezzatura Consigliata: chiodi da ghiaccio, cordini, discensore
Rischio Valanghe: 0
Condizione Itinerario: Mediocri
Valutazione Itinerario: Ottimo
Commento: Entrambi bidonati dai rispettivi soci, io e Luca F., in extremis, decidiamo per l'Eveque. Sabato ci aspetta il lungo avvicinamento al rif. Collon, dove le quintalate di insalata che ci servono a cena, mi mettono KO prima delle 21. Sveglia alle 4, colazione da soli e alle 5 in marcia. Raggiunto senza problemi il col Collon (3100) viriamo a sinistra, sulle prime placche di ghiaccio sporco, mentre constatiamo che le ottime condizioni indicateci dal rifugista sono solo pia illusione... Raggiunto il colle Eveque (3400 ca) iniziamo la discesa, di nuovo piuttosto ottimisti, ma dopo un primo facile salto di crepo, ci imbattiamo in uno piuttosto preoccupante. Ognuno dentro di sè matura il dubbio: forse è meglio tornare indietro. Ma nessuno parla (ce lo diremo dopo) e decidiamo di proseguire, dopo 5 min di concetrazione (per me..) per il salto (circa 1 m abbondante). Con ancora un pò di cautela raggiungiamo il pianoro (3100) e poi ricominciamo a salire senza grossi problemi fino a quando ci troviamo di fronte all'ultimo pendio (3500 ca). Il ghiaccio scoperto, i crepacci presenti e la pendenza (fino a 50-55° circa) ci consigliano caldamente di chiodare e così procediamo piuttosto lenti con la nostra corda da 30 m. Fortuna che il tratto ripido è breve, e poco dopo che la pendenza cala tocchiamo le prime rocce (3600 ca). Fino alla cresta è tutto piuttosto sfasciumato, poi roccia discreta fino in cima (I-II). Durante la sosta in vetta ci raggiungono due inglesi dalla cresta O (che presenta un passo di IV) che riferiscono di aver dormito solo coi sacchi sul ghiacciaio (beccandosi presumibilmente l'acquazzone della sera precedente). In discesa Luca mi cala nella parte franosa, mentre lui fa un paio di doppie su fettucce già presenti. Sul ghiacciaio ripido ci teniamo sul bordo alla nostra destra (meno ripido) ma l'ultimo pezzo mettiamo comunque 3 chiodi. Prima scendo io, faccio sicura a Luca che mi raggiunge e prosegue traversando verso sinistra. Mentre siam così, alla stessa altezza con la corda orizzontale tra di noi, un paio di massi, di cui uno di dimensioni "non trascurabili" passano proprio in mezzo. Mai tanta paura! Leviamo alla svelta le tende e scendiamo di nuovo al pianoro. Qui iniziamo a preoccuparci veramente: prima Luca e poi io mettiamo un piede in un buco. Non c'è scelta, per tornare a casa bisogna attraversarlo e tornar sù al colle Eveque. Con cautela e senza più grossi problemi risaliamo lungo le tracce dell'andata fino al Crepaccio. Scelto il punto più stretto (più a sn) non rimane che saltare. Io ho le gambe talmente cotte che riesco solo a fare un passo lungo ma la neve non tiene e finisco con entrambe le gambe sospese sopra l'abisso e pancia sulla neve. Luca dopo di me fa poco meglio, mettendoci solo un piedino... E' fatta! O almeno sembra, visto che gli ultimi 50 m di dislivello sono un buco unico.. Dal colle Eveque non c'è più storia, è solo uno spicciarsi a scendere a telefonare dal rifugio ai genitori di Luca prima che chiamino il Soccorso Alpino..! Gli inglesi, invece, li abbiamo visti iniziare la discesa del lungo ghiacciaio di Arolla....!! Faticosa, rischiosa ma appagnante gita, definita "franziania" da Luca, grazie anche al rientro alla macchina alle 22.30, coi piedi cotti. A chi volesse salire l'Eveque dall'Italia quest'anno, io consigliarei di attendere tempi migliori...
Data inserimento 27/07/2006 23.08.54

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