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Mentre Franz e Catena partono presto, dopo il forfait della Anna, affrontiamo il lungo viaggio verso la Val d’Aosta io, Bono e Rambo. Con non poca fatica riusciamo a trovare un parcheggio nell’affollatissima zona del Lago di Place Moulin. Affrontiamo così la luna salita al rifugio Aosta sotto un cielo piuttosto nuvoloso e con temperatura e atmosfera autunnale.
Giunti al rifugio, ceniamo in compagnia dei nostri amici e facciamo poi conoscenza con gli amici di Roby 4061. Molte cordate inizialmente dirette alla Dent d’Herens, si orientano sulla più sicura Tete de Valpelline e così facciamo anche noi, tranne gli imperterriti Franz e Catena.
Sveglia alle 4 e dopo abbondante colazione, verso le 5 siamo in marcia. La salita al Col de la Division si svolge su sentiero, sfasciumi e su un tratto finale attrezzato con catene. Una volta giunti al colle, davanti a noi si aprono scenari insoliti, con montagne praticamente sconosciute ma degne delle prime pagine delle riviste. Adocchiando la via normale, capiamo che sarebbe troppo rischioso salire da lì vista la neve recente che copre la maggior parte dei crepacci. Così, tenendo la sinistra idrografica dell’Haut Galcier de Tsa de Tsan, risaliamo un bel pendio ripido (breve tratto a 50°) fino a raggiungere i pendii sommitali della Tete. Una volta in cima, lo spettacolo è davvero incredibile, una parata di 4000 (e che 4000….) davanti ai nostri occhi. Indugiamo parecchio ma il tempo è tiranno…….in discesa il maestro Bono ci insegna alcune manovre su ghiaccio unendo l’utile al dilettevole. Tornati al rifugio, dopo una sosta mangereccia, ci sobbarchiamo la lunghissima discesa fino al Lago di Place Moulin. E’ consigliabile l’utilizzo di una mountain bike, almeno per il lungo tratto che costeggia il lago (circa 6 km). Gita grignesca con la G maiuscola, dallo sviluppo himalayano (circa 30 km). Partecipanti: io, Luca Bono e Rambo.
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