Numero report: 407
Nome: Franz
Indirizzo posta elettronica: ronofran@hotmail.com
Gita: Dent d'Herein
Data: 15/08/2006
Regione: Valle d'Aosta
Via di Salita: Cresta Tiefematten
Località partenza: Place Moulin (Valpelline)
Quota partenza: 1900
Quota arrivo: 4171
Dislivello: 2300
Difficoltà: AD
Pendenza Gradi: 45°
Difficoltà Roccia: III
Rifugio di Appoggio: Rifugio Aosta
Attrezzatura Consigliata: 10 protezioni (tra friend e nut), cordini. Picca e ramponi. Casco. Corda da 50m.
Rischio Valanghe: 0
Condizione Itinerario: Ottime
Valutazione Itinerario: Eccezionale
Commento: Dopo aver dormito alla Catenahutte di ritorno dalla Cassin, eccoci ora alla volta della quota. Partiamo, io e Mario, per la Valpelline. Gli amici Bono, Grigna e Rambo ci raggiungeranno già all’accogliente rifugio Aosta. Per giungervi l’itinerario supera tutto il fondovalle con percorso pianeggiante e lungo. Impieghiamo con molto comodo 4 orette. Più saliamo e più i “turisti della domenica” diminuiscono. La temperatura è piuttosto bassa e delle nuvolaglie nascondono spesso il sole. Il rifugio è sito in un posto incantevole a ridosso dei ghiacciai. Il gentilissimo rifugista non lesina nel dare consigli e utilissime informazioni per le salite. Dopo cena la decisione di lasciare i gruppi separati così come sono: io e il Catena alla Dent d’Herein, Grigna, Bono e Rambo alla più tranquilla Tete de Valpelline. Sono le 3 quando ho di fronte Mario che fa colazione e capisco che le “bombe” che gli abbiam regalato al suo compleanno doveva prenderle già la sera prima: il suo volto non promette nulla di buono. Il tempo è fantastico e al chiaro di una intensa mezzaluna saliamo all’attacco del ghiacciaio. Il procedere sui primi ripidi pendii, nonostante la nevina nuova e la comoda traccia favoriscano, è lento: Mario, come da previsione, ha uno dei suoi “cedimenti strutturali”…sosta per riprendersi. Purtroppo siamo passati ultimi. Le 2 guide con i 2 clienti davanti a noi sono già lontane lungo la normale: hanno rinunciato alla Tiefematten credendola troppo innevata. I 5 spagnoli sono impegnati (pure troppo dato che fanno pure dei tiri) sui canaponi che portano al col di Tiefematten. Attendiamo il loro passaggio che causa qualche caduta di sassi. Dietro di noi arrivano altri 2 che aspettano per la salita al colle. Giunti in cresta perdiamo altro prezioso tempo per superarli dato che sono divisi in due cordate. La cresta è facile e divertente. Ben pulita sul filo. Un poco sporca (10-15cm) sul lato sinistro, ma si procede bene. Arrivati al gendarme rosso seguiamo una fila di chiodi che ci fa tagliare sulla parete sinistra. In 50 metri sono alla sosta con due chiodi. La corda che però fino adesso era venuta con facilità, si blocca. Mario si fa così il tiro praticamente autoassicurato e altro tempo passa. Di qui due impressionanti aerei passaggi ci conducono alla fine della cresta. Il ripido pendio (con qualche crepaccio trasversale: ocio…stare a destra) ci porta a congiungersi alla normale. Girandoci vediamo gli spagnoli incrodati sui gendarmi; gli altri due evidentemente hanno desistito. Lasciamo gli zaini e procediamo veloci per gli ultimi 150m (non prima di un po’ di glicogeno per il coriaceo Catena). Giungo in volata in vetta. Il tempo di una raffica di foto e ridiscendo pensando di assicurare Mario per gli ultimi 50 metri rocciosi di salita (mica poi banali in discesa), ma lo trovo già che scende: è contento anche così. In effetti (come Dome insegna ;-) ) poteva comunque dirsi soddisfatto! A parte gli scherzi, l’ambiente e il panorama sono eccezionali. La discesa dalla normale non sarà banale a causa della totale impossibilità di assicurarsi lungo i 400 metri di misto di II grado. In ben quasi 2 orette siamo al ghiacciaio (che scendiamo con facilità visto il freddo della giornata e i ponti tutti belli stabili) e in altre 2 al rifugio donde scendere a valle; è solo ora che il cielo comincia a ingrigirsi, ma ormai non ci tange. Gli spagnoli li ripeschiamo sul ghiacciaio scesi alla fine della cresta a 3700m circa lungo una serie di 7 doppie attrezzate: c’è chi è stato mooolto più lento di noi (e pure ci ha rallentato ;-( ). E anche questa è fatta! Peccato non aver condiviso le emozioni con gli amici soliti. Complimenti ancora al compagno Mario, che nonostante qualche defaillance fisica si è dimostrato “duro” fino in fondo!
Data inserimento 17/08/2006 14.15.10

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