Numero report: 473
Nome: Franz
Indirizzo posta elettronica: ronofran@hotmail.com
Gita: Monte (Piccolo) Zebrù
Data: 15/11/2006
Regione: Lombardia
Via di Salita: Normale Val Zebrù
Località partenza: Val Zebrù
Quota partenza: 1600
Quota arrivo: 3740
Dislivello: 1900
Difficoltà: AD-
Pendenza Gradi: 50°
Difficoltà Roccia: II
Rifugio di Appoggio: Rifugio V Alpini (inv) + Biv. Cantù
Attrezzatura Consigliata: NDA da ghiacciaio, 2/3 viti da ghiaccio, 1 picca
Rischio Valanghe: 2
Condizione Itinerario: Buone
Valutazione Itinerario: Eccezionale
Commento: Per aver guardato accuratamente le previsioni (che davano un veloce passaggio di un fronte dal NE nella notte di sabato), per non aver volutamente ascoltato le previsioni e le gufate [;-)] del Grigna, per non essersi fossilizzati sulla meta iniziale (Aig. Leschaux, in Val Ferret, dove il tempo è stato bello solo sabato), questo weekend è stato segnato da una grande gita che segna il ritorno, anche se ritardato, all’altaquota! Finalmente! Siamo io, Rob boletti, Luca Bono, Leo detto il Rosso e Simo4. Meta la Val Zebrù. Io e Rob anticipiamo gli altri e con la furbata della mountain-bike avremo solo divertimento dagli 11 km di strada non asfaltata e vietata al traffico che conducono alla Malga Pastore. In realtà in salita con lo zainone i 500m di dislivello non sono stati una passeggiata (2h), ma in discesa (30min) godimento puro: finalmente una discesa dalla quota che non spacca gambe e piedi, ma lascia il sorriso stampato sui nostri visi! L’invernale del Rifugio V Alpini è carino pur con la temperatura piuttosto bassa. Dopo la luculliana cena (anche se il nuovo fornelletto del Bono ha le sue pecche ;-)) tutti a nanna. Dalle 16 ha cominciato a piovigginare: speriamo. Risveglio alle 5,30 con 10 cm di fresca e il cielo non vuole liberarsi, ma siamo fiduciosi (ancor per poco lo saremmo stati…). Alle 8 partiamo coi primi squarci. Quando attacchiamo il ghiacciaio il cielo si è fatto blu e più si sale più si libera. Il ghiacciaio è insidioso, ma la neve nuova non nasconde abbastanza i crepacci e si procede abbastanza sicuri del percorso. La salita è interrotta da molte fotografie e dalla riprese del Rob. Giungiamo al fantastico Giogo Alto (3531m), il più elevato passo del gruppo e si apre a noi il panorama del versante opposto: dalla Hintergrat all’Ortles, alle Dolomiti ai Tauri alle OtztalerAlpen austriache. Dietro di noi la ripidissima cuspide della Thurwieser, originale meta appare proibitiva con la nuova neve, ma fa desiderare un obbligatorio ritorno. Manca poco alla vetta. Proseguiamo sul pendio che arriva fino a 45°. Si fa un po’ fatica per la neve nuova (circa 30cm). Un traverso e siamo sotto la pala terminale. Ne studiamo il passaggio. Mio padre mi riferirà poi che lui arrivò in vetta 25 anni fa per un tranquillo pendio di neve. Ora ci sono 50 metri a 50° o più con rocce affioranti e ghiaccio oltre la terminale. Proprio per questo la valutazione della guida TCI-CAI, F+/PD- a seconda delle condizioni andrebbe sicuramente modificata in un PD+/AD-. Un tiro magistralmente condotto dal Rosso (due viti usate) e siamo sulla cresta sommitale ad affacciarsi su Gran Zebrù, Cevedale e bacino dei Forni. La vera vetta, di 5 metri più alta di noi ci è separata da una delicata cresta affilata di rocce instabili lunga una settantina di metri. Sono già le 12:30. I soci non hanno nessuna intenzione di proseguire (sigh!) e si prepara la doppia. Peccato, ma così sarà più motivato il ritorno per un altro itinerario. Discesa senza note particolari se non il panorama costantemente mozzafiato. Al rifugio pranziamo e ci scaldiamo del thè e poi giù. In 45 min siam alle bici e via in picchiata alla macchina. Grazie a tutti! Bellissimo weekend!
Data inserimento 16/10/2006 13.40.08

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