Numero report: 5
Nome: Luca Colzani & Roberto Chittò
Indirizzo posta elettronica: grigna@on-ice.it
Gita: Sasso Nero (2917 m)
Data: 11/03/2005
Regione: Lombardia
Via di Salita: Via normale
Località partenza: San Giuseppe in Val Malenco
Quota partenza: 1550
Quota arrivo: 2917
Dislivello: 1500
Difficoltà: F
Pendenza Gradi: 35°
Difficoltà Roccia: I
Rifugio di Appoggio: Rifugio Palù.
Attrezzatura Consigliata: Da ciaspolatore alpinista.
Rischio Valanghe: 2
Condizione Itinerario: Discrete
Valutazione Itinerario: Eccezionale
Commento: Siamo io e la Bestia per questa che io considero tra le montagne più panoramiche e spettacolari che abbia mai conquistato. Partiamo dall’arrivo degli impianti di San Giuseppe con una temperatura freschina, sui –5°C. Risaliamo un po’ attraverso le piste, un po’ tagliando nel bosco, il tratto che ci porta al Lago Palu e al rifugio omonimo. Dal rifugio, seguiamo la labile traccia di uno scialpinista che guadagna quota fino a raggiungere il canalino finale che conduce al Bocchel del Torno.Risalito il canale senza ramponi(ci accorgeremo troppo tardi di non averli messi), giungiamo alla bocchetta dove davanti ai nostri occhi si apre la vista verso il Disgrazia. Inutile descrivere la sensazione provata in quel momento.La giornata è di quelle che si trovano raramente con cielo terso e leggere velature che aumentano ancora di più la spettacolarità del paesaggio. Seguendo sempre le tracce di questo scialpjnista, entriamo nel lungo vallone che porta al crestone del Sasso Nero. Qui la neve è insidiosissima.20 cm di farina coprono sassi lisci e voragini, più volte ci lasciamo scappare qualche maledizione verso questo assurdo inverno….. Una volta raggiunta la parte superiore della salita, la stanchezza prende il sopravvento, non abbiamo più 1500 m di dislivello nelle gambe e quindi rallentiamo non poco. Nonostante questo, non ci diamo per vinti e alla fine la cima è nostra. Dalla cima si apre poi la vista verso il Gruppo del Bernina.Anche qui, ogni aggettivo sarebbe riduttivo nei confronti dello spettacolo offertoci dalla natura. Dopo aver mangiato riparati dal vento e aver scattato fotografie a raffica, ci buttiamo in discesa seguendo le serpentine dello scialpinista in discesa. Affrontiamo i tratti ripidi con estrema cautela visto che lo scialpinista, probabilmente ignaro, ha formato delle enormi crepe sulla neve crostosa. Fortunatamente tutto va via liscio e in fretta cerchiamo di allontanarci dal tiro di eventuali lastroni. Giunti al Bocchel, per precauzione calziamo i ramponi.Una volta raggiunto il Rifugio Palù, arrivare alla macchina è questione di una mezz’oretta di passo scivolato su neve ben battuta
Data inserimento 12/03/2005 10.37.42

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