Numero report: 73
Nome: Franz
Indirizzo posta elettronica: rotanodari.f@irea.cnr.it
Gita: Pizzo Bernina (free-solo...)
Data: 19/06/2005
Regione: Lombardia
Via di Salita: Norm.IT - Can.CrestaGuzza
Località partenza: Diga Lago Moro - Val Malenco
Quota partenza: 1940
Quota arrivo: 4049
Dislivello: 2109
Difficoltà: AD
Pendenza Gradi: 50°
Difficoltà Roccia: III
Rifugio di Appoggio: Invernale Rifugio Marinelli
Attrezzatura Consigliata: Piccozza (anche due), casco, 4 rinvii, corda 50m, 2 viti da ghiaccio, ramponi, ghette.
Rischio Valanghe: 0
Condizione Itinerario: Buone
Valutazione Itinerario: Ottimo
Commento: Mai e poi mai avrei pensato di poter considerare un Quattromila del calibro del Bernina come una gita di ripiego…Partiam sabato nella tarda mattinata. Mi trovo col Catena a Lecco: stavolta è la sua batteria ad essere morta: o porto s***a io, o…Giunti alla diga di Campo Moro in Val Malenco, il tempo di uno spuntino e siam in cammino. Salendo incrociamo un giovanotto che si è fatto la Biancograt in solitaria e a mezzogiorno sta già arrivando alla diga scendendo da canalone di Cresta Guzza e Marinelli: complimenti per il tempo e la solitaria: la frase che diciamo o è un pazzo o un’aspirante guida…si vedrà come la frase tornerà in seguito. Giunti faticosamente per il caldo ed il carico al Rifugio Carate (chiuso), il risotto è d’obbligo. Nel pomeriggio poi arriviamo finalmente al rifugio Marinelli con bellissimo locale invernale. Devo dire che l’avvicinamento è un po’ funghetto e illogico. Dal terrazzo del rifugio vediamo bene la meta dell’indomani: il Piz Roseg che con i suoi 3936 metri è una importante cima del gruppo. La salita risulta lunga e complessa. Fotografato un bel branco di stambecchi, preparato un altro risotto alle 20 siamo già in branda: l’indomani la sveglia è alle 2 causa quota zero termico elevata. Nel mentre tre simpatici pensionati arrivano e accenderanno la stufa che sarà propizia per il tepore alla mattina seguente. Partiti accompagnati da una bellissima luna rossa che ci abbandona dopo solo mezz’ora, la neve comincia praticamente subito ma il procedere è lento e penoso. Sprofondiamo ogni due passi, a volte fino alla vita. E il rigelo notturno? In un caso poi sotto lo strato di neve si cela una pozza di acqua distributia su un piano inclinato: fatto incredibile ma che ci procura non pochi guai dato che passeremo la giornata coi piedi bagnati. Giunti in un tempo impossibile (2 ore) al ghiacciaio di Scerscen constatiamo che l’attraversamento al Passo Sella per la salita al Roseg con quelle condizioni è proibitivo e optiamo quindi, senza non averci però ben pensato, per il Bernina: il nostro altisonante ripiego. Catena è quasi tentati di tornare in dietro. Il canalone di Cresta Guzza è proprio sopra di noi, a detta del giovanotto in ottime condizioni; e poi sia io che il Catena abbiam un conto in sospeso con il Bernina dall’Italia. Io pur avendo disceso la normale l’anno scorso dopo la Biancograt, causa peggioramento meteo non vidi nulla. Il canale è bellissimo, la neve dura ma non troppo: le punte dei ramponi entrano perfettamente. Il Catena prende il comando poiché vuole dare lui il passo. Comincia a sentirsi molto affaticato e procede a rilento sostando ogni 20/30 passi. Giunti nel sole alla Capanna Marco e Rosa, il Catena ha evidenti segni di forte affaticamento e è sempre più indeciso se continuare. Io, dal canto mio, in perfetta forma fisica, tento di spronarlo, anche perché mi farebbe molto piacere calcare con lui nuovamente tale vetta. Giunti faticosamente a quota 3850/3900, sotto le prime rocce della Spedla, Cartena getta la spugna definitivamente. Ora resta a me il gioco. In giro, qualcuno a cui aggregarsi non c’è…o così o pomi!!! Mi carico dei 50 metri di corda e parto. La roccia è ben pulita, i passaggi molto esposti ma saldi. Solo due però mi lasciano perplesso ed improvviso quindi una auto assicurazione. La corda che esce dallo zaino col prussic va alla mia pancia e ai vari rinvii nei chiodi della roccia: mi farei un bel volo ma non un ‘’volo d’angelo’’… giunto sulla Spalla 4020 (Punta Perrucchetti) incrocio tre cordate che scendono e che mi guardano increduli per la mia condizione free-solo!!!! Ora infatti arriva il divertimento: l’affilata cresta di collegamento delle due vette. Estratta la seconda picca, tirati dei bei sospironi, una volta a destra, una a sinistra, una in equilibrio (non solo fisico ma soprattutto mentale: concentrazione massima) supero l’ostacolo e sono in breve alla vetta. Son passati 55 minuti da quando ho lasciato il Catena: sono un po’ preoccupato ma soddisfattissimo. La giornata è spaziale. A breve scendo e in 40 minuti, con tre doppie, sono alla Marco e Rosa dove il Catena nonostante il riposo soffre di un lancinante mal di testa. Scendiamo ora per la ripida e bella ferrata (ricostruita dopo i crolli di permafrost del 2002) ed eccoci a lottare con il ghiacciaio di Scerscen per uscirne indenni (qualche crepo c’è) e integri (in qualche sprofondamento si cozza con le ginocchia contro ghiaccio o sassi sepolti). Ormai tardi arriviamo al Marinelli, incorciando tre diretti al Parravicini per il Roseg: un po’ tardino per affrontare il ghiacciaio in queste condizioni. Dal Marinelli il travaglio al tramonto del Catena sara’ sempre più doloroso...e sarà un po’ per la stanchezza un calcio ad una pietra del sentiero gli provoca il rigonfiamento dell’alluce che durerà tutta settimana. Giunti alla macchina al buoio, torniamo indenni a Monza. Tuttavia gli strascichi del weekend non saran terminati! Per il Catena che sdolorerà tutta settimana. Per me che, lasciata una notte la macchina col baule (invisibile) carico, in un parcheggio davanti alla polizia municipale (sigh!), verrà scassinata e prontamente privata di tutti i miei oggetti alpinistici.....vabbeh...facciam tutti una preghierina per quegli scarponi, ramponi, giaccavento, ghette, pantaloni, maglione, gilet, cappellino, ecc ecc che han fatto la loro ultima salita, ma Signori, che salita!!!!!!!
Data inserimento 23/06/2005 13.47.41

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