Numero Report 109
Nome simon
Posta Elettronica simonsimon@libero.it
Nome Cascata Madunina (o mia bela)
Data  Svolgimento 09 /03 /07
Regione Lombardia
Partenza Dezzo di Scalve, via mala. www.scalve.it
Accesso Se ci si cala dalla strada delle capanne 100 mt oltre la cappelletta, basta una corda da 60 per arrivare al fondo della gola. Il letto del torrente è camminabile saltellando da un sasso all'altro, le prove di coraggio sono rare.
Quota Attacco 680
Dislivello 180
Difficoltà Globale III
Difficoltà Tecnica 5
Tecnica Su Roccia --
Misto --
Esposizione Ovest
Rischio Valanghe 0
Tipo Di Ghiaccio: plastico, poi bagnato
Condizioni: Ottime
Valutazione Cascata: Eccezionale
Commento: Abbiamo percorso in un mese tutte le cascate classificate della via mala (più altre due ancora non catalogate) per arrivare preparati all'appuntamento con questa, la regina, la più difficile. O forse solo per gustarcele una ad una, in un posto che non credo abbia eguali nelle Alpi per abbondanza di colate (se ne possono chiaramente distinguere 14 in un raggio di poco più di un km, tutte almeno di due tiri e di grado attorno al 5, senza contare le possibili linee di misto estremo e i candelotti di 10 mt sulla strada), lasciando il gran finale dove deve stare, cioè per ultimo. Ma, alla base, l'impressione è l'opposto di ieri: la cascata è grande, gigantesca, complessa, opprimente: cavolfiori grossi come lavatrici incombono a grappoli 50 mt sopra le nostre teste (paiono sfidare la legge di gravità), l'antro dove ci troviamo è chiuso alle due sponde da pareti verticali di roccia e ghiaccio alte 90 mt, che si guardano faccia a faccia a dieci metri di distanza. Una colonna azzurro-verde di 30 mt, larga in basso alcuni mt e più stretta in alto, costituisce il basamento sinistro della cascata, ed è la linea ideale del primo tiro. Per raggiungerla occorre fare un'ampia spaccata da un sasso che emerge in centro al torrente, e una volta toccato il ghiaccio col rampone non posso fare a meno di notare che la via della ritirata è già, formalmente, preclusa, a meno di rassegnarsi a fare un bel bagno. Ma il ghiaccio verde e verticale della colonna è plastico e asciutto al punto da invitare a salire, riconoscendo nelle conche le tracce dei colpi di chi nei giorni scorsi ci ha preceduto. La pendenza non molla che di poco, prima di un diedrino che conduce alla prima sosta, al margine sinistro della cascata. Un posto sorprendentemente comodo, come incredibili sono i cavolfiori a testa piatta che da qui, traversando a destra, offrono dei facili gradini (paiono messi lì apposta) per raggiungere un grande camino, largo un metro e profondo altrettanto, illuminato ora dalla luce del sole che entra nella gola. Proprio quel camino che, guardando dalla strada, pareva appena accennato! Le sue pareti e il suo fondo sono una successione di gradoni, uno sopra l'altro, al punto che il ghiacciatore sale senza sforzo, a gambe divaricate, e nemmeno si rende conto di essere sul verticale. Devo ricordarmi di chiodare, perchè non verrebbe spontaneo interrompere quel salire. In sosta, i raggi del sole paiono aver risvegliato la cascata, che in pochi minuti si è messa a grondare acqua dappertutto, come una fontana, rumorosamente. E già tutto è finito quando siamo sul salto alto (bellissimo di ghiaccio bianco che pare un seracco, appoggiato al punto giusto da essere rilassante ma non banale): il sole se ne è andato e l'acqua ha smesso di scorrere, la cascata tace. Ripenso al vissuto come ad un film, di un pilastro che porta su, di gradoni che portano su, e di un giro di sole che arriva furtivo, illumina, abbaglia, cuoce e poi se ne va. Se devo trovare un aggettivo adatto a questa cascata, direi stupefacente (in ogni senso), bella, anzi la più bella che abbia mai fatto. "Difficile" non è un aggettivo che la descrive.
Data Inserimento Report 10/03/2005 0.46.12

 

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