Numero 81
Nome rebiglio
Posta elettronica rebiglio@virgilio.it
Gita M.te Spondascia
Data 15 /08 /2005
Regione Lombardia
Via di salita normale
Partenza Campo Moro
Quota partenza 1990
Quota arrivo 2867
Dislivello effettivo 877
Difficoltà EEA
Rifugio appoggio Zoia, Ca' Runcasc
Attrezzatura consigliata  
Rischio valanghe 0
Condizioni trovate Ottime
Valutazione itinerario Ottimo
Commento Da Campo Moro si percorre il sentiero x l'Alpe Campagneda sino a poco oltre la caratteristica parete denominata "falesia della Zoia". In corrispondenza di un dosso, nei pressi dei quali è posto un casello dell'acqua, si abbandona abbandona il sentiero e piegando a sinistra si risale per rocce montonate e magri pascoli, seguendo le abbondanti segnalazioni ad ometti. Mantenendosi inizialmente piuttosto a destra, sul versante di Campagneda, si continua si ad un primo laghetto e ad una valletta che si risale. Portandosi ora verso sinistra e risalendo il pendio che si qui si mantiene ancora erboso, si giunge ad un secondo laghetto, proprio alla base del vallone racchiuso tra la cima del Monte Spondascia (a destra) e l'anticima (a sinistra). Occorre adesso raggiungere l'evidente sella 2800 m ca. alla sommità del vallone, che si guadagna faticosamente per un ripido pendio di sfasciumi e terriccio. Dalla sella ci si affaccia sulla Val Poschiavina. La vetta non è lontana, ma c'è adesso da superare un passaggio pressochè obbligato, ovvero una paretina, non difficile, ma un poco esposta, e che richiede attenzione. A questo punto cessano le difficoltà, e per un ampia cengia (ancora ometti) si giunge ad un'altra sella che divide le due sommità del Monte Spondascia, che si raggiungono senza problemi. Panorama non troppo difforme, e ovviamente inferiore, rispetto ai più elevati Pizzo Scalino e Sasso Moro, ma ugualmente di sicuro interesse, trattandosi di un punto di osservazione insolito. Discesa: 1) per la via di salita, onde evitare di "complicarsi" la vita; 2) puntando direttamente al P.so di Campagneda, e che qui descrivo. Dalla vetta si ritorna alla sella 2800 m ca. (superando la paretina già percorsa in salita, e ancor più facilmente di quanto non sia stato salendo) ed in breve, per sfasciumi e rocce accatastate, si giunge alla vasta sommità dell'anticima. A questo punto, senza via obbligata, ci si comincia ad abbassare sul versante di Campagneda, ove più logico e conveniente, districandosi tra frequenti salti di roccia, puntando da ultimo verso un'evidente sella quotata 2700 (P.so della Tempesta), che separa abbastanza nettamente il massiccio della Spondascia dalla quota 2788 (chiamata anche "Cima di Campagneda"). Dal P.so della Tempesta esistono diverse possibilità: scendere direttamente in Val Poschiavina (per ripido pendio di sfasciumi); scendere alla piana di Campagneda (ugualmente per pendio di sfasciumi, ma meno ripido); attenersi alla cresta, evitando le maggiori difficoltà sul versante di Campagneda, raggiungendo così la quota 2788 (ometto) da cui più facilmente si giunge al già visibile Passo di Campagneda.
Data immissione 08/09/2005 11.00.32

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