Numero 85
Nome Franz
Posta elettronica rotanodari.f@irea.cnr.it
Gita ValSalarno (SGL): speleologia glaciale..
Data 22 /09 /2005
Regione Lombardia
Via di salita Val Salarno
Partenza Malga Fabrezza
Quota partenza 1430
Quota arrivo 2670
Dislivello effettivo 1250
Difficoltà EE
Rifugio appoggio Invernale Rifugio Prudenzini
Attrezzatura consigliata Pedule, frontale, bindella, macchina fotografica, bussola.
Rischio valanghe 0
Condizioni trovate Buone
Valutazione itinerario Buono
Commento Ed ecco una nuova piacevole (come sempre) giornata di montagna col Paglia. Atmosfera rilassata, luoghi solitari, rilievi (SGL) lunghi ma entusiasmanti sotto certi aspetti. E’ giovedì quando finalmente riusciamo a trovare entrambi la coincidenza di impegni per andare assieme a monitorare la Val Salarno. Nonostante le previsioni, il tempo non sembra dalla nostra e già dal mattino in viaggio una fitta pioggia ci preoccupa. Quando arriviamo a Cedegolo, smette ma rimane la nebbia e le nuvole basse. Una nebbia talmente fitta che il Paglia ci lascia uno specchietto su un tratto di strada con lavori: ouch!!! In meno di 2 ore siam al Rifugio Prudenzini, chiuso, per la colazione. Il mio vinello con zucchero mi taglierà le gambe…ma che buonoooo. Qualche buco d’azzurro si vede, ma le cime sono generalmente coperte da dense nuvole. Tuttavia, giunti all’altezza delle stazioni fotografiche, grazie a qualche schiarita riusciamo a riprendere le fronti e gli apparati a dovere. Giunti poi alla lingua del piccolo (500 x 150 m) Ghiacciaio di Balzer, lobo staccatosi dalla mega effluenza del Salarno (ghiacciaio dell’Adamello), Paglia mi parla di una grotta nel ghiaccio. Ne verifichiamo la presenza e subito siamo nelle viscere del ghiaccio con la frontale. Inizialmente si procede bene, ma in seguito la schiena da piegata comincia a strisciare contro il soffitto di ghiaccio e till. Alcuni passaggi sono bei stretti e si soffre un po’ di claustrofobia…la speranza è di riuscire a trovare un uscita oltre. Qualche momento di smarrimento ci coglie. È buio pesto senza la frontale. Dopo 150 metri vediamo in lontananza la luce. Emozionati ci portiamo quindi in una “stanza” che però porta in superficie solo con una falesia rocciosa di 20 metri liscia e umida. Niente! Dietrofront! Andremo poi dall’alto a scrutare la nostra porta d’uscita. Tornati al lavoro e “sbindellata” anche la fronte, possiam tornare a valle. Il tempo non è peggiorato ma la nebbia rimane. Dopo 10 ore totali e 1250 m di dislivello siamo all’auto con una nuova esperienza nel cuore: la visita al “cuore” di un, seppur piccolo, ghiacciaio!!!!
Data immissione 23/09/2005 11.47.56

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