Nunero report 76
Nome Ricky Scotti
Indirizzo e-mail canaadarzaac@katamail.com
Nome gita Piz Sesvenna
Data svolgimento 23/03/03
Regione Alto Adige
Partenza Slingia + Rif. Sesvenna
Quota partenza 1738
Quota arrivo 3206
Dislivello effettivo 1670
Difficoltà Buon sciatore-alpinista
Esposizione prevalente salita Varia
Esposizione prevalente discesa Varia
Neve prevalente Variabile
Altra neve Marcia
Rischio valanghe 2
Condizioni itinerario Buone
Valutazione itinerario Discreto
Commento Uscita finale di 2 giorni del Corso del CAI Morbegno. La scelta è caduta sugli spazi aperti dell'Alto Adige. Dopo un lungo viaggio in macchina attraverso l'Engadina e la Valle del Forno arriviamo a Slingia nel primo pomeriggio di Sabato. Gran sole ma aria piuttosto "frizzante". Riusciamo ancora a mettere gli sci praticamente in paese sfruttando la pista di fondo che risale la valle in destra orografica. Dopo qualche km di pista quasi pianeggiante con percrso non obbligato un imponente salto roccioso sbarra la strada per il rifugio, lo si supera attraversando dei ripidi pendii sulla destra (sinistra orografica) e una cengia un po' esposta. Una volta sopra il salto roccioso su percorso pianeggiante raggiungiamo velocemente il rifugio Sesvenna (2256m). Il rifugio è confortevole e ben tenuto e riusciamo anche a dormire quasi bene nonostante i soliti "ronfatori" e la cena a base di aglio cucinata per tutti i 100 scialpinisti presenti. Il mattino seguente partenza alle 8 con un sole splendente e temperatura gradevole... Per la prima volta durante il corso decidiamo che i gruppi verranno fatti per "selezione naturale", cioè strada fendo a seconda della velocità di ognuno di noi. Io cerco un po' di fare da tramite fra i vari gruppetti restando comunque sempre nelle retrovie visto il pesante carico di 2 cordini,picozza,ramponi,accoppiatore ecc.ecc. Dal rifugio risaliamo il pendio verso sud ovest e fra ampi valloni raggiungiamo la Forc. Sesvenna 2824m. A questo punto togliamo le pelli e scendiamo nel vallone della Vadret da Sevenna (in territorio Svizzero). C'è chi preferisce tenere le pelli ben incollate agli sci e scendere con una lunga diagonale guadagnando qualche decina di metri e chi preferisce togliere le pelli e sciare! Rimesse le pelli risaliamo ora la ripida e imponente fronte del ghiacciaio, chiedo ai capi se posso prendere un po' di vantaggio sui gruppi di coda per poter salire sul plateau del ghiacciaio a scavare una trincea nivologica...mi danno il permesso e parto di gran lena per poi scoppiare poco dopo sotto il sole cocente! Arrivo sull'ampio plateau a 2990m con una ventina di minuti di vantaggio sugli ultimi e mi metto a scavare aiutato da Roby con la pala del Franco. La coda del gruppo ci raggiunge quando siamo a 250cm di profondità, scaviamo ancora fino a 280cm ma non abbiamo più tempo (secondo la sonda mancavano ancora 40cm al ghiaccio),quindi 320cm circa totali. Ripartiamo di gran lena mentre il gruppo sta già iniziando a salire la cresta finale. Io e Roby aspettiamo l'eroico Enrico che chiude il gruppo e in pochi minuti siamo già sulla cresta. La salita non è difficile e la affrontiamo senza ramponi anche se l'esposizione e la neve dura non mi danno molta sicurezza, per questo porto gli sci nello zaino fino alla vetta per poter così scendere dai ripidi canalini che scendono dalla parete nord-est. (sembrerà strano ma mi sentivo più sicuro così). Dopo qualche foto di rito sulla vetta tutti pigiati uno all'altro e una bella discussione su una cima distante che potrebbe essere addirittura il nostro Legnone, tutto il gruppo si avvia lentamente verso la bocchetta. Io Cesare e Marco nel frattempo ci prepariamo alla discesa diretta dalla vetta. Partiamo dal ripido pendio sotto il roccione di vetta per poi spostarci nel già battuto canalino che parte dall'anticima occidentale. Cesare parte subito con 3 curve saltate e poi si sposta nel canalino, Marco mi attende, parto titubante con una bella derapatona per "tastare" la neve, i primi metri sono ripidissimi 40-45°,poi con una diagonale ci portiamo nel canalino, il peggio è pasato ma io continuo senza vergogna in una sicura derapata! Non appena il canale si apre e si spiana mi lancio in qualche curva anche se la neve non è esaltante. Attendiamo che tutti siano pronti e cominciamo la lunga discesa sul grande plateau del ghiacciao con ampi curvoni. La neve è dura e battuta e sembra di essere in pista. Dopo la ripida fronte del ghiacciaio dobbiamo ripellare per tornare alla Forc. Sesvenna. ora la neve inizia a trasformarsi e a mollare nei versanti soleggiati. Ci portiamo velocemente al rifuio dove sostiamo per un oretta. Riprendiamo la discesa su neve marcia ma ben sciabile e dopo aver superato con qualche cautela la cengia esposta ci lasciamo scivolare su neve marcia fin sul fondovalle, ora la pista da fondo ci permette una bellissima e rilassante scivolata fino alle macchine. by Ricky
Data di inserimento report 24/03/2003 16.28.24

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