| Commento |
Salito pigramente in val Gerola con il proposito di seguire la prima traccia che mi fosse capitata a tiro, mi ritrovo alle 3 del pomeriggio in cima al monte Colombana (è sempre un bel posto,aperto e panoramico) con la noiosa incombenza di dover ridiscendere per la via di salita su neve terribile.
100 mt dopo esser partito, inizio a scendere a curvoni verso destra: su questo dosso secondario che incombe sulla valle sottostante (è quella che porta al Mellasc), il vento ha lavorato meno, e regala un bel pendio sciabile.
Proseguo verso il basso senza troppe domande o dubbi, solo il rumore della neve solcata dagli sci.
Il pendio è convesso, continua ad aumentare di pendenza senza lasciarmi vedere sotto, quasi in una guerra psicologica. La valle è sotto i miei piedi, e risalire da qui sarebbe un po'lungo...
Ma alla fine, appoggiando verso sinistra dove la neve è migliore, il pendio rivela la sua continuità, e me la cavo con un cliff di 2 mt, tra i primi maros.
Guadagno i prati del fondovalle di bella farina, e la solita terribile strada forestale, una delle tante che in questi anni hanno fatto scempio delle Orobie valtellinesi. Anche i prati di Castello riservano neve fresca.
Insomma l'avventura è sempre lì dietro l'angolo, finchè ci assiste un pò di solida incoscienza.
Alle 16 c'è ancora il tempo per una salita al Salmurano col cuore che martella , a prendere il tramonto.
Il vallone centrale non è stato incredibilmente ancora tracciato, nonostante parecchi oggi siano saliti qui. Ma dopo le 17 sui pendii esposti a NE non si vede più niente.
|