Commento |
Ci sono delle montagne che restano fuori dagli itinerari battuti, nonostante siano lì, invitanti, sotto gli occhi di tutti. Una di queste è il Castablo: i suoi pendii lunghi, sostenuti, esposti a nord, attirano lo sguardo di chi percorre la strada nei pressi di Temù, ma molto raramente si vedono tracce che li percorrono.
La base dei pendii si raggiunge dall'arrivo della seggiovia di Casola, inoltrandosi nel bosco in direzione della chiesetta S.Giulia, con qualche saliscendi, attraversando la valletta di Casola. Ho trovato i pendii esposti ad ovest che iniziano a cuocersi, mentre anche sulla cima, raggiunta per la costa di destra, non c'era un filo di vento, nonostante le nuvole in cielo si muovessero spedite, e il gruppo del Cevedale fosse nella bufera.
Discesa nel canalone centrale, mezzo metro di farina da urlo.
Nota: nonostante non siano pendenze da OS, ci vuole esperienza per evitare i punti pericolosi.
Nota bis: è in programma la costruzione di impianti sciistici fino a S.Giulia. Nonostante questa sia una vera sciagura per il patrimonio boschivo e per gli amanti della montagna selvaggia, porterà lo scialpinista ai piedi del Castablo, la cui storia non sarà più, forse, quella di una montagna dimenticata.
Nota ter: non manca la variante per apprendisti stregoni: dalla cima traversare in costa verso destra, fino a scovare il canale che deposita direttamente in val di Casola. |