Nunero report 292
Nome Ricky Scotti
Indirizzo e-mail nibi@on-ice.it
Nome gita Punta Pesciola
Data svolgimento 07/03/04
Regione Lombardia
Partenza centrale Armisa
Quota partenza 1041
Quota arrivo 2368
Dislivello effettivo 1340m
Difficoltà Buon sciatore
Esposizione prevalente salita Nord-ovest
Esposizione prevalente discesa Nord-ovest
Neve prevalente Farinosa
Altra neve --
Rischio valanghe 2
Condizioni itinerario Ottime
Valutazione itinerario Ottimo
Commento gita classica delle Orobie Valtellinesi, partiamo presto per evitare il proverbiale traffico al piccolo parcheggio della centrale dell'Armisa...abbiamo fatto male i calcoli visto che non incontreremo anima viva durante tutta la gita…complice probabilmente la giornata uggiosa:un debole nevischio ci accompagna durante tutto l'itinerario non creando comunque particolari problemi. I ripidi e selvaggi versanti della Val d'Arigna giocano a nascondino con la nebbia, spesso si intravede anche il sole in direzione del P.zo di Faila creando un atmosfera suggestiva. Ci gustiamo con calma la salita dandoci regolarmente il cambio in fase di battitura. La neve fresca non è molta (circa 10cm) e il fondo duro facilita la salita. Superato il ripido canalino che porta ai dossi della Capanna Pesciola imbocchiamo l'evidente valletta che, con tratti ripidi alternati a brevi pianori, porta verso la cima. Ora l'atmosfera è veramente magica il sole riesce a penetrare fra le nuvole illuminando i fiocchi che cadono ora con discreta intensità creando una luce aliena,sembra di essere su un altro pianeta. I guai di Giulio con l'attacchino ci riportano alla reaaltà, ormai siamo su! dal breve pianoro a 2300m scegliamo uno dei numerosi dossi che potrebbe essere la P.ta Pesciola (sono convinto che nessuno abbia mai stabilito quale di questi sia la vera vetta visto che sono tutti alla medesima quota). Si apre qualche spiraglio verso il canalone del Druet, che, visto da qui, fa veramente impessione. Le cime del Cagamei cariche di neve fresca diomostrano una quota molto maggiore dei loro 2900m e ci stregano con la loro esagerata asprezza. è ora di scendere,imbocchiamo la valletta e ci lanciamo sui ripidi pendii, la neve sarebbe molto bella (30cm di farina) ma il fondo duro completamente "tritato" dal passaggio di molti scialpinisti non consente serpentine decenti (Giulio con la sua tecnica sopraffina è un eccezione). La visibilità non aiuta e ci barcameniamo fino alla base del canalino a 2000m. Qui decido che bisogna cambiare via di discesa, le tracce profonde ed indurite dei vecchi passaggi sono terribili. Con un lungo traverso verso sinistra ci portiamo all'Alpe Druet e ci lanciamo a capofitto nelle splendide vallette ancora vergini che portano alle Baite Michelini. Una schiarita ci consente un discesa "da urlo"...nel vero senso della parola. 40cm di farina leggerissima su fondo marmoreo e velocissimo sono veramente il non plus ultra. Ce la gustiamo fino in fondo assaporando ogni curva...raggiunto il bellissimo nucleo delle Baite Michelini ci riportiamo lungo la via di salita grazie ad una divertente scivolata fra i pascoli del Pradasc. Per concludere nel migliore dei modi la discesa manca la stradina, che ci regala ancora una bella scivolata con rapide serpentine su neve farinosa! neve misurata a 1800m: 160cm a 2050m: 230cm sopra: >240cm non riesco ancora a capire come mai abbiamo gosuto di una splendida salita "solitaria"...ma sarà poi così di moda lo scialpinsimo? oppure è di moda solo quando c'è il sole?
Data di inserimento report 07/03/2004 15.43.08

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