Commento |
Cima Bleis si raggiunge facilmente dall'arrivo della seggiovia in 10', per un pendio esposto a sud a forma di specchio concavo. Sono le 10 di mattina, nessuno è stato qui sulla cima dopo l'ultima nevicata, il brusio e il casino degli impianti distanti 200 mt è sparito di colpo, tutto silenzioso. Il sole arriva radente da sud est ed illumina la splendida neve del versante nord: 30, 40, forse 50 cm, non ha preso un filo di vento, e c'è un freddo irreale per fine marzo. Giù a capofitto, con la mia ombra davanti, per canalini e crinali, con foga , le ginocchia quasi sul mento e la polvere sulla pancia. La grande conca, poi ancora un pendio di 300 mt. Si esce a destra e poi ancora giù nella polvere fra radi larici, fino a case di Viso. Qui mi attende la provvida autista. Guardo in alto e vorrei rifarla tutta, magari sulla destra della pala, dove c'è un pendio regolare e sostenuto. Su al Tonale e secondo giro: meglio del primo. Di nuovo su e terzo giro.
Poi basta, funivia: canale del Dito battuto quasi come una pista, ma i pendii sotto sono indimenticabili, mai vista una neve così. Ultima corsa alle 16,45 riservata ad una chicca: canale di Pericle. Sconosciuto, selvaggio, impressionante se guardato dalla funivia. L'accesso alpinistico lungo il canalino esposto a sud mi prosciuga le energie: neve trasformata a cristalloni, inconsistente, sopra un solido guscio di ghiaccio e rocce affioranti. Scivolo e mi aggrappo. Alle 6 sono all'intaglio ancora vivo, e sbircio giù di sotto quella massa di neve farinosa che riempie fino all'orlo il canale, tra le punte dei miei sci. Vado. Mi sento spossato e le gambe mi si piegano come quelle di una marionetta ad ogni curva, la neve che ho mosso sopra di me vuole scendere anche lei, e dopo 4 o 5 curve si trasforma in una massa che preme le gambe, mi trascina verso il basso. Esco sul pendio di destra, così scendiamo tutti insieme, io di qua e la neve di là. Io sono arrivato alla macchina a dissetarmi, lei si è fermata dopo 50 mt. Mi sa che tornerò presto a trovarla. |