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Numero report: 371
Nome: Franz
Indirizzo posta elettronica: rotanodari.f@irea.cnr.it
Gita: Cap. JENATSCH: Agnel – Flix – Err
Data: 22/04/2005
Regione: SVIZZERA
Località partenza: Strada Pass Julier
Quota partenza: 2200
Quota arrivo: 3378
Dislivello: 1400
Difficoltà: Buon sciatore-alpinista
Esposizione salita: Varia
Esposizione discesa: Varia
Neve prevalente: Farinosa
Altra neve: Farina pesante
Rischio valanghe: 2
Condizione itinerario: Eccellenti
Valutazione itinerario: Eccezionale
Commento: Eccoci in vista di uno dei “ponti” lavorativi più classici per lo scialpinismo…ma le previsioni per il week-end non sembrano assolutamente incoraggianti. Da sabato una nuova perturbazione la farà da padrone fino a lunedì compreso. Eccomi allora partire venerdì per anticipare il maltempo. Sono con la solita mitica Carla, ormai grande appassionata dell’attività. La meta è uno dei paradisi dello scialpinismo sito nei Grigioni (Svizzera): la Capanna Jenatsch nel vallone di Bever. Sono le 8:15 e siam già in partenza dalla strada dello JULIER PASS a 2200m (dal lato opposto rispetto all’Engadina). Il cielo è terso e di colore blu cobalto; la temperatura un po’ bassa, ma col movimento ci scaldiamo. In 2 ore e 30 siam alla FOURCLA D’AGNEL a 2980 metri. Eccezionale il panorama su Bregaglia ed Engadina ed ancor più quando valichiamo il colle. In lontananza, su un poggio 300 metri più in basso di noi, si vede la Capanna, ma ancor passerà prima di raggiungerla. Cominciamo a scendere nel vallone su una polvere magica da urlo. Da non credere: neve farinosa al sole a fine aprile!!! Dopo circa 200 metri libidinosi, ripelliamo e voltiamo decisamente a Ovest verso la FOURCLA DA FLIX, 3060 m. Il vallone che porta ad essa è comodo e pianeggiante ed in breve siam al colle ben ventilato. Di qui, lasciati gli sci, 150 metri di cresta con spaventose cornici e neve morbida ci portano alla panoramicissima vetta del PIZ D’AGNEL, 3205, classicissima vetta scialpinistica della zona. Ritornati al colle, dopo un veloce pranzo (anche se ormai è già pomeriggio), iniziamo la dura salita alla TSCHIMA DA FLIX (3313m), posta 300 metri più in alto dalla parte opposta del colle. La fatica sarà data dal battere la traccia (unico posto dove manca!!!) su una neve abbastanza pesante con gli ormai 1400 metri che si fan sentire nelle nostre gambe ancor poco allenate. Giunti alla quota 3303, vetta scialpinistica tradizionale, il panorama spazia nuovamente oltre nuove vette e il pinnacolo dell’Agnel che prima sembrava così mastodontico è la dietro piccolo e innocuo. Un vallone fantastico si apre ora sotto di noi. Di fronte l’imponente Piz Calderas, 3397, il più alto del sottogruppo. Giunto da solo in vetta alla vera cima (più a Est) con un altro pendio di 100 metri a 30/35° medi, possiam senz’altro cominciare la discesa verso la capanna. Il vallone, occupato da un ghiacciaio ci regalerà una discesa indimenticabile di 700 metri: polvere al sole leggerissima nonostante l’ora del pomeriggio. Quando arriviamo alla CAPANNA JENATSCH, 2650 m, vivrò uno dei momenti più emozionanti e toccanti della mia carriera sulle Alpi. Il rifugista, al quale avevo prenotato i posti via mail, esce dalla capanna e mi dice: “Piacere, tu sei Franz? Io sono Robi e ti do’ il benvenuto nella mia capanna. La cena è quasi pronta. Avrete fame. Per rifocillarvi prendete queste…” e ci porge due boccali di buon thè. Sarà stata l’atmosfera: l’ultimo sole ormai basso all’orizzonte, il cielo ancora senza nuvole, le cime che cominciano a tingersi di rosso o l’appagamento della giornata e il rilassamento per esser giunti a destinazione, ma mi sono realmente emozionato. Dopo l’abbondante e ottima cena, uno sguardo alla luna nella incipiente gelida notte e siam in branda speranzosi nell’indomani. Al risveglio l’occhio si fionda fuori dalla finestra e vede un cielo piuttosto grigio e velato. Con un po’ di sconforto facciam l’abbondante e ricca colazione e usciam nel freddo pungente per dirigerci alla nostra meta. Siam ormai in cammino da mezzora (ore 8) ed ecco che un venticello da Ovest spazza il cielo e mostra ancora una volta un cielo blu terso. Energizzati dall’evento risaliamo di gran lena il vallone tra il Piz Calderas e il Piz Jenatsch, occupato da un ghiacciaio con una potente seraccata. La nostra meta è il PIZ D’ERR, 3378 m, non la più alta ma senz’altro la più famosa del sottogruppo. Dopo aver scavalcato la quota 3303, ecco davanti a noi, il torrione della vetta. Già un solitario scialpinista sta tracciando lungo il ripido (30°) pendio e poi canale che porta alla cresta nord est. Giunti al bocchettino lasciamo gli sci e, “bucata” la cornice, 15 min di rocce sporche di neve ci portano alla panoramica vetta. Il tempo regge ancora alla grande e nonostante l’ora (12) si vede ancor l’orizzonte pulito da nubi. Spettacolare il mare di nuvole che sotto i 2800 m ca ricopre Engadina e Bregaglia. Scesi agli sci, divertenti curve su neve trasformata nel canale e poi scendiamo di altri 150 metri su polvere (siam su ghiacciaio) prima di ribellare per tornare alla quota 3303. E’ ora (13:30) che dall’ovest arrivano le prime nubi alte. C’è ancor il tempo di 200 metri di discesa da urlo sul ghiacciaio del versante opposto, Nord, (era troppa la tentazione) e quando raggiungo Carla nuovamente alla quota 3303, comincia a nevicare fittamente. Scendiamo verso il rifugio nel vallone salito la mattina, con visibilità non pessima e neve ancora ben sciabile. Di lì tra sole e nebbie, ci sorbiamo i 300 metri che portano alla Fourcla d’Agnel. Quando vi giungiamo, ben affaticati, la visibilità è nulla e il freddo pungente. Sono ormai le 18. Discesa terribile poi per la val d’Agnel su crosta non impossibile ma insciabile per i tanti passaggi induriti (scopro sol ora che era tutta colpa del Nibi, del Grigna & co!!!), anche se la mente è ancora là in quei fantastici posti. Davanti ad un buon rosso al Crotto Quartino, il brindisi sarà la giusta conclusione per una fantastica due giorni. Peccato non aver incontrato Nibi&Grigna&co (azzz..eravamo vicinissimi)..alla prox!
Data inserimento 26/04/2005 10.24.42