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Numero report: 386
Nome: Ricky Scotti
Indirizzo posta elettronica: nibi@on-ice.it
Gita: Palon de la Mare
Data: 01/05/2005
Regione: Lombardia
Località partenza: parcheggio dei Forni
Quota partenza: 2160
Quota arrivo: 3704
Dislivello: 1600
Difficoltà: Buon sciatore
Esposizione salita: Ovest
Esposizione discesa: Ovest
Neve prevalente: Trasformata
Altra neve: Ventata
Rischio valanghe: 2
Condizione itinerario: Ottime
Valutazione itinerario: Eccezionale
Commento: Quando la stagione scialpinistica volge al termine anche noi, ostinati orobici , ci ricordiamo dell'alta quota, ed in particolare del grande mondo dei Forni. La scelta cade sul Palon de la Mare, giusto per conciliare quota con dislivello non eccessivo (1600m comunque ). Non sono molto allenato, solo 2 uscite in aprile, e devo quindi declinare gli inviti ai 4000 della Val d'Aosta. Puntiamo la sveglia alle 3.45 per sfruttare il modesto rigelo notturno di questo torrido inizio maggio. Mi alzo con un devastante dolore alla spalla disfatta il pomeriggio precedente in una partita di calcetto. Siamo però già in piedi e visto che siamo solo io e mio padre decido di tentare, faccio fatica a mettere persino lo zaino. Le 5.30 di mattina del primo maggio il parcheggio dei Forni fa' concorrenza ad un qualsiasi parcheggio di discoteca. Incontriamo un po' di amici e scambiamo quattro chiacchiere incamminandoci verso la diga dove si possono calzare gli sci. In molti hanno fatto il Palon il sabato e ci rassicurano sulle condizioni della neve, fino alle 11.30 dovrebbe tenere. La temperatura in effetti è parecchio alta (+3° alle 5.30 ai 2160m del parcheggio). Ma il costante vento catabatico del ghiacciaio ci costringe all'abbigliamento invernale. Risaliamo la fronte del ghiacciaio dei Forni dopo aver ravanato un po su uno scomodo traverso su neve en rigelata, occorrono i coltelli da subito. Facciamo fatica ad ingranare, la spalla fa' male ma almeno mi consente di salire. Giunti sul ghiacciaio ammiriamo la splendida alba sul Tresero e sul S.Matteo. Davanti a noi vediamo già due numerose comitive che stanno attaccando il canalino verso il Palon. Vi accediamo anche noi risalendo la ripidissima morena ormai priva di neve. è il momento più duro dell'intera salita, nonostante la sveglia "estrema" siamo gli ultimi e non vediamo più nessuno davanti a noi inoltre mi sento già molto affaticato, quando ancora mancano più di 1000m di dislivello. Il ripido canalino risulta particolarmente faticoso a causa della neve ghiacciata e mossa dagli scialpinisti del sabato. Con numerosi dietro front riusciamo ad uscirne e finalmente a salire sul ghiacciaio del Palon de la Mare. Arriva anche il sole e possiamo così svestirci per bene. Il morale si rialza alla vista magnifica delle vette circostanti. Ci accorgiamo anche che, nonostante il passo tutt'altro che spedito, abbiamo raggiunto la prima comitiva. Dopo uno spuntino e le sacrosante pause fotografiche decidiamo di cambiare ritmo, superiamo la comitiva e raggiungiamo il tratto più delicato della salita, aggiriamo la seraccata e giungiamo sul plateau superiore a 3400m. Malgrado l'innevamento assolutamente disastroso per consistenza e spessore l'apparenza ci lascia sognare ben altra situazione, i nostri poveri ghiacciai in primavera sono ancora in grado di regalare emozioni e una "residua" spettacolarità: seracchi, crepacci, bianco dappertutto. Superato l'interminabile pianoro ci apprestiamo a risalire la spalla finale, temo già la classica botta di fatica, quando il cuore va in "fuori giri" e sei obbligato a fermarti ogni 10m . Stranamente non succede, salgo piano ma con passo costante. Poco prima di giungere in cresta mi suona il cellulare , l'ho dimenticato acceso e non so come, "prende" : è il Paglia che chiama da sotto il Castore! mai fatta una chiamata 3800-3700m ! Abbiamo entrambi il fiatone, la quota non si discute, ma la voce inganna l'emozione di trovarci nell'aria magica delle vette. Riprendo a salire, ormai ci siamo mi rallegro delle mie condizioni, sto bene, non ho mal di montagna e la spalla migliora lentamente . Raggiungo il pa' in vetta, intento a filmare il panorama. La vista è formidabile, sembra di toccare il cielo con un dito. C'è grande ressa, almeno 20 scialpinisti in vetta compreso un gruppone di tavolari saliti con le ciaspole del C.A.I. Nembro . Dopo la raffica di foto scendiamo temendo il collasso della neve. Poco sotto la vetta ci raggiunge l'elicottero, ci imbattiamo in uno sfortunato scialpinista che si è lussato la clavicola, sta comunque abbastanza bene e possiamo continuare la discesa. La neve inizialmente è ventata ma la crosta è portante e ottimamente sciabile. Sul plateau a 3450m monto la sonda per misurare la neve, 260cm, forse più di quanto mi aspettassi, comunque poco . Sotto i 3300m la neve diventa splendida, perfetto firn , ci lanciamo in serpentine fantastiche, puro godimento! Ri-misuto la neve sul plateau a 3250m, orrore, 40cm ! riproviamo nei paraggi 35-50cm...pazzesco, fra 15 giorni quella neve non ci sarà più...poco altro da aggiungere se non un luttuoso silenzio per la futura stagione di ablazione sui nostri ghiacciai . Cerchiamo di dimenticare, tre serpentine sono più che sufficienti, continuiamo sempre su neve ottima fino al canalino dove il firn è un po' mosso dai precedenti passaggi. Il sole è ora altissimo brucia, fa un caldo bestia. Puntiamo al rif. Branca, l'esposizione migliora e la neve torna splendida . Decidiamo per togliere gli sci al rifugio evitando i sassi del fondovalle. La discesa, non lunga, al parcheggio, è comunque abbastanza devastante per i nostri poveri piedi . Giunti al parcheggio mangiamo finalmente quanto abbiamo scarrozzato nello zaino per tutta la salita. Un eccellente pediluvio nelle acqua ghiacciate del torrente mi fanno tornare in vita. Sono le 13.00 circa e il parcheggio sembra ora un improponibile stabilimento alpin-balneare . Giganteschi bergamaschi a torso nudo in ogni dove, decine di scialpinisti che affettano salame, la grande comunità dello scialpinismo che si saluta dopo una delle ultime stagionali.
Data inserimento 03/05/2005 8.54.22