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E’ venerdì. Si prospetta un nuovo weekend all’insegna del bel tempo, ma le previsioni circa lo zero termico lo vedono oltre quota 4000: sarà necessario quindi ben programmare la meta. Una cosa è certa: a casa non si sta! Sono due i gruppi di amici che mi scelgo stavolta. Programma previsto: partenza venerdì nel tardo pomeriggio per il Grimselpass, dopo il Furka a Ovest di Andermatt oltre il Gottardo. Il Passo si trova a 2100 in un scenario fantastico di rocce granitiche tra i colossi dell’Oberland e le Alpi di Uri.
Tuttavia, venerdì, e ciò a sottolineare il gran caldo del weekend a venire, si svolge la Festa di Primavera all’Università di Agraria di Milano (festa all’aperto con centinaia di ragazzi sia della facoltà che non, salamelle, vino, ecc. Non posso mancare all’appuntamento…ma per smaltire i bagordi arriverò in ritardo all’appuntamento col Marantz che peraltro via telefonica mi avvisava di un suo non verificato ritardo. Sono con noi anche i due valtellinesi Lidia e Renato. Poco oltre il Grimsel pass ci si trova al lago Ratischenboden (ore 22). La notte in tenda sarà un incubo causa un fortissimo vento che proprio in quel settore della diga si incanala. Alle 4e30 ci raggiunge Giovanni Rovedatti, che finalmente conosco dal vivo, e possiam partire di gran lena. La nostra meta è quel corno di granito che si erge al termine del cosiddetto Garsten coluloir. Nome quanto mai appropriato per questo canale che ha una larghezza che va dai 4 ai 20 metri, una pendenza oscillante tra i 30° e i 40° e un dislivello di 800 metri; esso è scavato in certi punti in pareti verticali di granito alte anche una ventina di metri. Per la sua morfologia, quale Malgina degli Uri, conserva quantitativi incredibili di neve (generalmente ben pressata per l’apporto valanghivo favorito) fino a luglio. Il fiume che vi scorre non desta problemi per la spessa coltre nevosa che lo ricopre. Ma veniamo alla nostra salita. Risalito sci in spalla un costone erboso e di cespugli a destra del canale (variante del Rovedatti azzeccata per la rapidità e comodità) verso i 2200 metri calziamo gli sci all’interno del couloir. A 2700 metri il canale si apre in un grande anfiteatro di cime granitiche, una delle quali è la nostra ambita e panoramica meta. La giornata è spaziale. L’ora presta. Giunti alla Gasterlucke (la bocchetta) fine della gita di molti frequentatori del couloir, io e Giovanni, lasciati gli altri alla loro discesa, divalliamo sul versante del Rhonegletscher che si apre spettacolare sotto di noi (poco distante il montagnone del Galenstock, meta di domani) e andiam ad attaccare un canale/diedro di 80 metri. Superata non senza incertezze la crepaccia terminale, calziamo il casco e con passi non banali (soprattutto con gli scarponi da scialpa), giungiamo in cresta donde in breve alla vetta. Il passaggio più ostico lo valutiamo III ed in discesa ci obbligherà a due doppie di 15 metri (ancoraggi in loco) Tuttavia non è ancora finita dato che per giungere alla cuspide più alta mancano un traverso a picco da fare assicurati alternativamente e una placconata liscia liscia. Solo lì, cavalcioni sull’abisso, ci sentiamo soddisfatti: una nuova accoppiata ‘’Franz & Giò noi andiam in cima’’ è formata. Ridiscesi agli sci e traversato al colle successivo (più a nord) in mezz’ora di libidinosa discesa percorriamo tutti i 1200 metri che ci portano a ben 1750 metri, proprio sull’asfalto della strada!!! Sbalorditivo per la stagione! Lì troviamo gli altri e ci dilettiamo in pic-nic sull’erba del Grimsel.
Relazione anche su: http://www.skirando.ch/gita21188.html
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