Commento: |
Dalla strada per il M. Avaro (a q. 1500) prendiamo il sentiero per il rif. Benigni, tribolando non poco per le numerose “peste”. Giunti alle baite a q. 1700, ci abbassiamo e attraversiamo il torrente, deviamo verso ovest per la Valpianella e altra fatica per superare un altro tratto di bosco. Finalmente si apre la valle, con i suoi stupendi e ripidi pendii. La neve, prima crostosa, diventa sempre più ghiacciata, cosa non banale nel ripido tratto che conduce alla conca sotto la cima (Bocca di Trona, m. 2224). Da qui saliamo verso nord (a piedi) fino alla croce di vetta. Per evitare di nuovo i tratti di bosco e la neve molto crostosa, decidiamo di scendere al rif. Benigni per imboccare il canalino che scende a dx del rifugio e che si collega poi al sent. 101. Sarà una delle nostre discese più entusiasmanti, da soli, in zone sciisticamente poco frequentate e poco descritte: un canale di circa 250 mt. ripidissimo e molto stretto in alcuni punti, con una eccellente neve un po’ trasformata, un po’ lisciata dal vento. Tornati alle baite a q. 1700, Ivan scende a recuperare l’auto, mentre io rimetto le pelli e risalto 400 mt. in vetta al M. Avaro. Discesa prima su neve ventata “a onde”, poi sempre più trasformata fino ai Piani dell’Avaro. Peccato per il tempo prima nuvoloso, poi con nevischio, ma gita di grande soddisfazione. Partecipanti: Fedora e Ivan.
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