| Commento: |
Descrizioni accurate dell'itinerario si trovano sia in Gionco, Dall'Engadina ai Tauri, che nel libro del local Ulrich Koessler, Skitouren in Suedtirol (in tedesco). Noi percorriamo in tre ore i 1325 mt. di dislivello per raggiungere la vetta orientale di Puez, e durante la salita osserviamo con interesse i pendii innevati alla ns. sinistra che scendono dalle torri rocciose sulla valle di Antersasc. Una volta in vetta scendiamo con cautela i primi mt, spelati dal vento, poi pennelliamo le nostre serpentine fino al passo di Puez. Breve disputa sull'opportunità di scendere subito per evitare che la neve si scaldi, poi risaliamo tutti al colle di Puez. Da lì scendiamo di nuovo al passo e poi traversiamo fino al canalone. Nonostante l'ora tarda la neve del canalone ci stupisce, è soffice come la miglior polvere dei mesi scorsi. Sotto al canale non bisogna aver fretta a buttarsi lungo la traccia di salita, perchè dietro a un masso cubico si nasconde la sorpresa, meglio di quelle dell'uovo di Pasqua. Gran pendio, e siamo sopra la malga di Antersasc. All'idea di snobbare quei pendii da fiaba con un semplice traverso dalla colonna si leva un coro di proteste, e così ripelliamo e prendiamo un canalone che fa una curva, continua a salire e poi si biforca (probabilmente verso la Muntejela, 2674 mt). Altro discesone dopo il quale ci buttiamo nel bosco dove, sfruttando canali e invasi, sciamo tra i paghèr fino alle macchine. Dislivello 1650 mt, 1750 per chi ha lasciato l'auto prima dei tornanti della stradina. Cinzia, Marco & Raffi, Mauro, Emiliano, Carlo, Corrado.
|