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Numero report: 214
Nome: Giacomo Calvetti
Indirizzo posta elettronica: cordamolla@libero.it
Gita: Pizzo Palù orientale
Data: 01/05/2006
Regione: SVIZZERA
Località partenza: Partenza funivia Diavolezza
Quota partenza: 2093
Quota arrivo: 3883
Dislivello: 2150
Difficoltà: Buon sciatore-alpinista
Esposizione salita: Nord-ovest
Esposizione discesa: Nord-ovest
Neve prevalente: Farinosa
Altra neve: Trasformata
Rischio valanghe: 2
Condizione itinerario: Buone
Valutazione itinerario: Eccezionale
Commento: Partenza ad un orario un po' troppo tardo (8:05) comprese le numerose vicissitudini (io filo dentro fino al ginocchio nel fiume vicino al parcheggio pensandolo gelato). Salita con buon ritmo (oggi mi sento in palla) verso il Diavolezza evitando le piste (occhio al divieto che qui non chiuduno nessun occhio e la multa non si evita). Verso le 9:30 siam in cima. Discesa verso il ghiacciaio su neve super gelata e con un paio di passaggi al limite della praticabilità (ci stanno proprio solo gli sci di traverso). Arrivati sul ghiacciaio rimettiamo le pelli e via. Seguiamo una traccia a sinistra e non la classica a destra che va quasi a lambire la nord dei Palù, visto che pensavo fosse meglio. Invece ci troviamo a dover presto batter traccia (ma non è un problema visti i soli 20 cm di farinetta). Attraversiamo poi sotto le pareti del Cambrena e ci riuniamo alla traccia super battuta. Il pendio si presenta già ultra tritato dai numerosissimi passaggi (oggi però non poi così tanti). Saliamo con un bel passo regolare attraverso alcuni passaggi tra i seracchi e crepacci in cui la bella traccia è solo un bene. Giunti al ponte in legno (circa 3400 m) che attraversa un crepo largo circa 2 m e fondo non so quanto perchè non se ne vedeva la fine, lo attraversiamo togliendo gli sci. Da qui in poi (forse per la quota) inizio a sentirmi sempre più fiacco e quindi dico a mio cugino di andare pure con il suo passo e di attendermi in cima. Con gran fatica raggiungo prima la forcella Pers-Palù e poi, dopo aver lasciato gli sci, con i ramponi ai piedi giungo in vetta con 2 tipi di Treviso conosciuti sul posto. In breve ritorno alla forcella e poi inisio a scendere fra la numerosa gente presente. I passaggi obbligati sono molti ma con attenzione non ci sono problemi. La neve è da urlo (50 cm di farina) ma purtroppo è già tutta tritata in ogni angolo e qui uscire di traccia significa rischiare di volare in qualche crepo, quindi si deve "accettare" quel che c'è. Giunto al ponte in legno dove mio cugino mi attende già da un bel po' scendiamo fin sotto le pareti del Cambrena e qui rimettiamo le pelli per 120 m di dislivello circa attraversando prima sotto le pareti dell'onnipresente Cambrena e poi superata la forcola d'Arlas saliamo sul dosso che divide quest'ultima dalla Forcola Trivat (circa 3120 m). Togliamo le pelli e iniziamo ora la discesa dalla Val d'Arlas, deserta, visto che tutti son risaliti al Diavolezza. Mio cugino che era tutubante si deve subito ricredere di questa discesa di 1000 metri su firn leggermente smollato dove anche le mie stanchissime gambe risecono a curvare senza fatica (il dosso in centro alla valle è stato una vera goduria). Arrivato sul fondo della valle presso la ferrovia retica mancano solo un paio di km in pattinato in leggera salita su neve fradicia sulla pista da fondo ( una fatica immane per me) e dopo poco più di 8 ore dalla partenza siam nuovamente all'auto. Parteciapnti: Giacomo (io), Fausto (mio cugino).
Data inserimento 02/05/2006 9.43.36