| Commento: |
Sono le 18, Marco ed io spalliamo gli sci al Pian della Sega e ci incamminiamo sul sentiero estivo verso il rifugio Caré Alto. Ben presto comincia a piovigginare ed in seguito anche un forte temporale con tuoni e lampi ci bersaglia per un'oretta. Raggiungiamo il rifugio mentre comincia a fare buio. Cambiati gli abiti inzuppati e dopo una lauta cena ci mettiamo in branda, il locale invernale ( il rifugio é chiuso),é accogliente,dotato di 8 posti ed un bel tavolo. Dopo un altro furioso temporale notturno che deposita qualche altro centimetro di neve al suolo, alle 6 lasciamo il rifugio col cielo coperto. Sceso l'insidioso canalino del Bus del Gat, troviamo ad attenderci puntuale Fiore, partito da casa alle 2.30 di notte; infiliamo gli sci e percorriamo la Vedretta Niscli, superati ripidi pendii perveniamo e lasciamo alla nostra destra il Sas de la Stria. Ora il tempo è splendido, la pendenza dolce e il profilo maestoso del Caré ci rinvigoriscono. Abbandonati gli sci ai piedi della pala, molto carica con neve che si taglia con grande facilità, procediamo con prudenza picozza e ramponi in un traverso alla base delle roccette, quindi per un ripido canale raggiungiamo la cresta. Affilata ed esposta, con tanta neve fresca inconsistente la salita alla croce di vetta è impegnativa, così tanta è la gioia quando finalmente ci stringiamo la mano raggiunta la cima. Bellissima la discesa su abbondante neve farinosa che man mano scendiamo diventa sempre più pesante fino all'ultima parte marcia. Abbiamo tolto gli sci a Malga Niscli (1960), sci in spalla fino all'auto.
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