Back

Numero report: 50
Nome: Ricky Scotti
Indirizzo posta elettronica: nibi@on-ice.it
Gita: Alpe Piazza
Data: 05/03/2006
Regione: Lombardia
Località partenza: Piantina
Quota partenza: 720
Quota arrivo: 1840
Dislivello: 1120
Difficoltà: Medio sciatore
Esposizione salita: Nord
Esposizione discesa: Nord
Neve prevalente: Farinosa
Altra neve: Crostosa
Rischio valanghe: 3
Condizione itinerario: Buone
Valutazione itinerario: Ottimo
Commento: Mi alzo con l’intento di passare una domenica uggiosa al PC ma rimango un po’ sorpreso delle prime schiarite, sono le 10.00, guardo il pluviometro: 27mm, le montagne sono bianche, non resisto alla tentazione di poter battere un po’ di neve vergine e di fare le ultime foto agli abeti in veste invernale. Mi preparo in fretta e furia e mi lancio con il pandino verso il Taia accompagnato dai primi refoli di favonio. La strada è più brutta del previsto, cateno il pandino in vista di una discesa mooolto delicata causa ghiaccio continuo e persistente su tutta la carreggiata. Lottando in 50cm di neve marcia arrivo fino a Piantina a 720 m. Poco male, risalgo i prati di Piantina Alta fra tetti sgocciolanti, la primavera sembra essersi inpossessata dei boschi di faggio. Supero poi la bellissima abetaia e sbuco nel pascolo del Taia. Non c’è anima viva ma neppure una traccia, proprio quando mi stavo rassegnando a 1100m da battere ne spunta una di un solitario scialpinista salito probabilmente nottetempo. A 1000m si intravede il primo bagnatissimo strato di neve della notte. Il manto nevoso, pesantemente dilavato è simile al cemento. Il favonio prende sempre più piede e mi accompagna fino al barec de mez dove la traccia fresca finisce. Da qui in su sarà un affare tutto mio. Il senso di libertà e di leggerezza di poter tracciare l’itinerario in un pascolo è inpagabile soprattutto per l’affetto che mi lega a questi luoghi. Dalla Casera del Taiaa (1450 m) in su la neve diventa asciutta e farinosa, decido così di seguire l’itinerario extremly safe disegnando un lungo semicerchio sulla sinistra per aggirare il grande pendio centrale. Mi trovo così, quasi senza accorgermi, nei pressi della Casera della Piazza semisepolta nella neve. Devo ora superare il tratto più bello ma anche più delicato dell’itinerario, il pendio per raggiungere il filo di cresta è obbligatoriamente ripido e, in questa situazione, decisamente sottovento. Anche qui vado con i piedi di piombo risalendo con strattissimi zig zag appoggiandomi fra i grandi abeti che sostengono il pendio. Giunto sul filo di cresta mi meraviglio dell’accenno di cornici presenti, mai viste. In pochi minuti sono al Bivacco dove termina la gita. Misuro la neve 150 cm a 1840m. Il Bivacco è quasi completamente sepolto, non male, veramente non male. Salgo poi in cresta per le foto di rito, è una lotta contro il vento, in pochi minuti assisto alla formazione di una cornice. Il freddo mi blocca la fotocamera e sono costretto alla resa incodizionata. Mi preparo così per la discesa, mi attendono 1100 m di pendio vergine. Seguo quasi scrupolosamente la traccia di salita nei punti critici poi mi lascio andare ad una sciata più rilassata su bella neve farinosa, fin troppo abbondante (35cm di fresca della notte). A 1500 m la neve inumidendosi diventa più veloce ed ancora più bella, euforico non mi fermo neppure a prendere fiato. Putroppo a 1300 m il divertimento finisce, il crollo delle temperature ha indurito la neve bagnata creando un manto idescrivilmente insciabile, rischio più volte di finire gambe all’aria. Purtroppo neppure i prati di Piantina a 800m godono di neve più tenera e con estrema fatica raggiungo il pandino. Nonostante quest’ultima pecca una giornata da incorniciare,soprattutto perché completamente inattesa.
Data inserimento 06/03/2006 0.26.07