Piz Bernina

 

Partenza: Chamanna da Tschierva, 2583 m
Dislivello: 1500 m Difficoltà: D-, 55°, IV
Tempo: 7/8 h Periodo consigliato: Luglio-Settembre
Attrezzatura consigliata: da alpinismo, 2/3 chiodi da ghiaccio, rinvii, cordini e fettucce
Itinerario: dalla Chamanna da Tschierva. si sale per terreno morenico verso SE lungo una traccia che sale in direzione del vicino Vadret da Tschierva. Poco prima di giungere sotto le rocciose pendici meridionali del Piz Morteratsch, si mette piede sul ghiacciaio, costretti ad un largo giro su di esso per aggirare i detriti della grande frana scesa nel 1988. Tornati verso la bastionata rocciosa, grazie ad un sistema di facili cenge e gradoni la si percorre verso dx mettendo di nuovo piede sul Vadret da Tschierva verso i 3000 m, al di sopra della barriera di seracchi che impedisce il proseguimento diretto sul ghiacciaio. Per terreno facile ci si porta alla base del grande vallone glaciale compreso fra la cresta SO del Piz Morteratsch e la diramazione occidentale del piede della cresta N del Pizzo Bianco. Si entra nel vallone risalendone la diramazione dx; superata la crepaccia terminale si procede su terreno più ripido, fina alla Fuorcla Prievlusa (3430 m). Si supera il risalto roccioso del primo tratto di cresta tenendosi sul filo o nei suoi pressi (III, chiodi). Dalla sommità ci si tiene leggermente sulla sx (E) fino al colletto ove inizia la sinuosa cresta di neve del Pizzo Bianco. La si percorre ove più conveniente scostandosi di poco dal crinale a causa di eventuali cornici e superando qualche crepaccia si tocca la vetta (3995 m) senza particolari difficoltà. Ci si abbassa lungo la rocciosa cresta SSE alla sottostante Breccia del Bernina (III e IV, possibile una breve doppia). Ci si abbassa ancora per circa 15 m sul versante O e poi si traversa sul terreno misto aggirando la base di un torrione all'inizio della breve cresta NNE del Pizzo Bernina (il torrione è superabile anche direttamente con bella arrampicata di IV). Si torna in cresta a monte del torrione sfruttando un canalino nevoso oppure le sue sponde rocciose (III, chiodi) e per filo di buone rocce si prosegue fino alla vetta. 
Note:  cresta nord: l'avvicinamento alla Fuorcla Prievlusa è un itinerario di difficile individuazione che si percorre alla luce della frontale. Sono presenti lungo il percorso alcuni catarifrangenti in luogo di segnavia. I tratti rocciosi più impegnativi da essa alla vetta sono attrezzati con anelli utilizzabili anche in caso di ritorno lungo la stessa via.