25/01/03 Dosso Pedalta |
Sabato,
mattinata fiacca al lavoro, tempo splendido...Via: scappata sul Golem. A Pezzoro
la vista dei prati iniziali ?incoraggiante: innevamento ottimale. Parto
spedito, deciso a migliorare il mio record sul percorso. Dopo 20' sono alla
pozza (m 1320) poco prima del bel faggeto sottostante Malga Pontogna. Scambio un
"buongiorno" con un signore...lo riconosco... Franco Solina. Due
chiacchiere e i propositi "agonistici" svaniscono. Facciamo la salita
assieme, condividendo pareri entusiastici sulla bellezza dell'ambiente,
dell'itinerario, del nostro Golem. Dall'inizio
del tratto ripido la traccia ci porta in fretta al termine del ripido
"Rat?quot;, da dove prende le mosse la
lunga dorsale fino al monumento di vetta, affollato come si conviene; uno
sguardo al Monte Baldo, una stretta di mano (per me un onore) e un
arrivederci a presto. Continuo sulla cresta verso il Dosso Pedalta,
insolitamente orlata da accumuli notevoli. Sono solo, nessuno ha avuto la stessa
idea, e non vi sono tracce sui bei pendii ovest di questa vetta. Che
belle le Orobie oggi. Gi? dapprima titubante... poi tra urla di gioia su
neve dura con brina superficiale. Una curva via l'altra (anche una ciabatta come
me scia bene su questa neve) e sono alla pozza ghiacciata che immette nella Val
Vandul, buon
punto panoramico sulla vetta. Mi ci tuffo (nella valle), adesso in neve
polverosa e profonda, immacolata. L'ombra del Corno del Bene la mantiene tale
fino alla sella posta sopra Malga Casentiga a ca 1450 m. Mi fermo e ascolto
l'assoluto silenzio. Ammiro soddisfatto le mie tracce. Contemplo la solitudine.
E' questo il Paradiso! Peccato, devo rientrare. Risalgo rapido al rifugio Almici,
dove incontro alcuni escursionisti e in breve (non
senza gettare l'occhio di tanto in tanto sul cielo bicromatico che sovrasta il
Lago d'Iseo), mi ritrovo nuovamente al "Redentore" posto in cima
al Guglielmo q 1948. Poche persone adesso e un volto conosciuto...Claudio
Inselvini, nelle insolite vesti di scialpinista. Una meritata pausa allietata
dal consueto buonumore del forte alpinista ed eccoci pronti alla discesa. La
neve farinosa esalta le doti di chi, oltre che col ghiaccio e la roccia, sa il
fatto suo anche con gli sci. La sciabilit??ottima anche nel
breve tratto solitamente di trasferimento tra il rifugio e i prati Si arriva
alle auto e ci si saluta, con l'appuntamento alla prossima. Guidando verso casa
sorrido: partito da solo mi sono ritrovato a fare salita e discesa della
montagna di casa con la storia passata e presente dell'alpinismo bresciano, due
accademici del CAI semplici e di ottima compagnia... il Golem ?capace di
offrire anche questo. |