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La
meta iniziale prevista era il mitico Gran Zebr?..la meteo
nefasta ci obbliga a ridimensionare notevolmente verso le Orobie,
sulle quali perlomeno sembra ci possa essere qualche raggio di
sole. E allora l'Arera pu?accontentarci sia dal punto di vista
ambientale che da quello sciistico, la Valcanale ?notoriamente
la "valle delle meraviglie" per quanto riguarda la neve
e non a caso ospita il nevaio perenne alla quota pi?bassa di
tutte le alpi. Un itinerario completo e remunerativo lo si pu?
effettuare compiendo il periplo della Corna Piana, sicch?si
comincia la salita scinspalla lungo la mulattiera abbondantemente
innevata che conduce al rifugio Alpe Corte. la giornata,
contrariamente ad ogni previsione ?splendida e fredda come in
inverno. All'uscita dal bosco, in prossimit?del rifugio,
l'innevamento conferma l'impronta invernale nella quantit?ma di
qualit?assolutamente primaverile; cominciamo gi?a pregustare
una discesa mozzafiato. Guadagniamo quota verso il passo Branchino
e l'ambiente continua a diventare via via pi?interessante.
Raggiunto l'omonimo laghetto traversiamo in quota alla base dei
ripidissimi pendii della Corna Piana discutendo sulla probabile
origine eufemistica del toponimo: non vi ?difatti versante dal
quale non appaia quale aguzzo dente. Entriamo cosi nell'ampio
vallone situato tra la Corna e l'Arera denominato Mandrone. lo
risaliamo in direzione dell'austero versante nord del Pizzo Arera
ma raggiunta la quota 2228 sulla dorsale che sale dal Passo di
Corna Piana la vista della poderosa cornice che orla tutta
la cresta e gli intagli "intasati" fino a colmarli, ci
fa capire che l'Arera per oggi rester?li solo soletto. Scendiamo
quindi verso il passetto e risaliamo i pendii che conducono alla
spalla della Corna. Depositati gli sci percorriamo la bella cresta
che, con alcuni passaggi delicati (Rob fa l'equilibrista dopo aver
prestato la sua picca al Paglia) conduce alla croce di vetta.
Ripercorsa a ritroso con attenzione la cresta e indossati gli sci
ci lanciamo nella stupenda discesa, separandoci dal Paglia in
prossimit?del passo: impegni di lavoro lo costringono a
rientrare mentre io e Rob possiamo goderci lo strepitoso firn
della discesa verso le Baite di Vedro. Sciata strepitosa, su neve
a biliardo su pendii tutti per noi. Alle baite breve pausa
ristoratrice e via verso la risalita: il tempo cambia
frettolosamente e un poderoso cumulo sulla Cima di Menna ci
preannuncia un temporale nevoso. Quasi di corsa risaliamo dritti
per la tangente al Passo di Corna Piana, raggiungendolo sotto una
fitta nevicata. La discesa per l'opposto versante ?meno
entusiasmante ma ugualmente remunerativa. Attraversiamo i ripidi
pendii che conducono alla vecchia pista da sci invasa da una
poderosa valanga (!) e poi, mentre la neve comincia a coprire il
rosso della sciroccata ormai affiorante, raggiungiamo la stazione
di partenza della seggiovia e i relativi diroccati casermoni. La
nevicata non accenna a diminuire di intensit? anzi, mentre
percorriamo la strada che ci porter?fino allo sportello della
macchina sciaipiedi, diventa pi?"paciotta" quasi a
voler contrastare in modo esagerato le condizioni trovate qualche
ora prima nello stesso posto. Il pandino entusiasta ci accoglie
con un applauso, gli abbiamo regalato una inaspettata nevicata
invernale fuori stagione e ci siamo regalati un giorno feriale
assolutamente fuori dai canoni ( e dalle previsioni meteo).
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